Page 606 - Giorgio Vasari
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dipinse  il  medesimo,  a  concorrenza  di  molti  altri  maestri,  alcune
               stanze, delle quali per essere andate per terra con la rovina di quel
               palazzo,  non  si  farà  altra  menzione.  Non  lascerò  già  di  dire  che
               dell'opere che fece per i Bentivogli rimase solo in piedi la cappella,
               che  egli  fece  a  Messer  Giovanni  in  San  Iacopo,  dove  in  due  storie

               dipinse due trionfi tenuti bellissimi, con molti ritratti. Fece anco in San
               Giovanni  in  Monte  l'anno  1497  a  Iacopo  Chedini,  in  una  cappella,
               nella quale volle dopo morte essere sepolto, una tavola, dentrovi la

               Nostra Donna, San Giovanni Evangelista, Sant'Agostino et altri Santi.
               In San Francesco dipinse, in una tavola, una Natività, San Iacopo e
               Santo Antonio da Padova. Fece in S. Piero per Domenico Garganelli,
               gentiluomo  bolognese,  il  principio  d'una  cappella  bellissima;  ma
               qualunche  si  fusse  la  cagione,  fatto  che  ebbe  nel  cielo  di  quella

               alcune figure la lasciò imperfetta et a fatica cominciata. In Mantoa,
               oltre l'opere che vi fece per il Marchese, delle quali si è favellato di
               sopra, dipinse in S. Salvestro in una tavola la Nostra Donna, e da una

               banda  San  Salvestro  che  le  raccomanda  il  popolo  di  quella  città,
               dall'altra San Bastiano, San Paulo, Santa Lisabetta e San Ieronimo, e
               per quello che s'intende, fu collocata la detta tavola in quella chiesa
               dopo la morte del Costa, il quale avendo finita la sua vita in Mantoa,
               nella  quale  città  sono  poi  stati  sempre  i  suoi  descendenti,  volle  in

               questa chiesa aver per sé e per i suoi successori la sepoltura. Fece il
               medesimo molte altre pitture delle quali non si dirà altro, essendo a
               bastanza aver fatto memoria delle migliori. Il suo ritratto ho avuto in

               Mantoa  da  Fermo  Ghisoni  pittor  eccellente,  che  mi  affermò  quello
               esser di propria mano del Costa, il quale disegnò ragionevolmente,
               come si può vedere nel nostro libro in una carta di penna in carta
               pecora, dove è il giudizio di Salamone et un San Girolamo di chiaro
               scuro, che sono molto ben fatti.

               Furono  discepoli  di  Lorenzo,  Ercole  da  Ferrara  suo  compatriota,  del

               quale  si  scriverà  di  sotto  la  vita,  e  Lodovico  Malino  similmente
               ferrarese,  del  quale  sono  molte  opere  nella  sua  patria  et  in  altri
               luoghi, ma la migliore che vi facesse fu una tavola, la quale è nella
               chiesa di San Francesco di Bologna, in una cappella vicina alla porta

               principale; nella quale è quando Gesù Cristo, di dodici anni, disputa
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