Page 582 - Giorgio Vasari
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nel cimiterio che è allato al Duomo, detto Camposanto, una facciata
               di muro lunga quanto tutto l'edifizio, facendovi storie del Testamento
               Vecchio  con  grandissima  invenzione.  E  si  può  dire  che  questa  sia
               veramente un'opera terribilissima, veggendosi in essa tutte le storie
               della creazione del mondo distinte a giorno per giorno. Dopo l'Arca di

               Noè, l'innondazione del diluvio espressa con bellissimi componimenti
               e copiosità di figure, appresso la superba edificazione della torre di
               Nebrot,  l'incendio  di  Soddoma  e  dell'altre  città  vicine,  l'istorie

               d'Abramo, nelle quali sono da considerare affetti bellissimi; perciò che
               se  bene  non  aveva  Benozzo  molto  singular  disegno  nelle  figure,
               dimostrò  nondimeno  l'arte  efficacemente  nel  sacrificio  d'Isaac,  per
               avere situato in iscorto un asino per tal maniera che si volta per ogni
               banda, il che è tenuto cosa bellissima. Segue appresso il nascere di

               Moisè, che que' tanti segni e prodigii insino a che trasse il popolo suo
               d'Egitto e lo cibò tanti anni nel deserto. Aggiunse a queste tutte le
               storie  ebree  insino  a  Davit  e  Salomone  suo  figliuolo,  e  dimostrò

               veramente Benozzo in questo lavoro un animo più che grande, perché
               dove  sì  grande  impresa  arebbe  giustamente  fatto  paura  a  una
               legione di pittori, egli solo la fece tutta e la condusse a perfezione. Di
               manier che, avendone acquistato fama grandissima, meritò che nel
               mezzo dell'opera gli fusse posto questo epigramma:



               Quid spectas volucres, pisces, et monstra ferarum

               et virides silvas, aethereasque domos?

               Et pueros, iuvenes, matres, canosque parentes

               queis semper vivum spirat in ore decus?

               Non haec tam variis finxit simulacra figuris

               natura; ingenio foetibus apta suo:
               est opus artificis; pinxit viva ora Benoxus.

               O superi vivos fundite in ora sonos.



               Sono  in  tutta  questa  opera  sparsi  infiniti  ritratti  di  naturale,  ma
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