Page 581 - Giorgio Vasari
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VITA DI BENOZZO PITTORE FIORENTINO
Chi camina con le fatiche per la strada della virtù, ancora che ella sia
(come dicono) e sassosa e piena di spine, alla fine della salita si
ritrova pur finalmente in un largo piano, con tutte le bramate felicità.
E nel riguardare a basso, veggendo i cattivi passi con periglio fatti da
lui, ringrazia Dio, che a salvamento ve l'ha condotto, e con
grandissimo contento suo benedice quelle fatiche che già tanto gli
rincrescevano. E così ristorando i passati affanni con la letizia del
bene presente, senza fatica si affatica per far conoscere a chi lo
guarda come i caldi, i geli, i sudori, la fame, la sete e gli incomodi che
si patiscono per acquistare la virtù, liberano altrui da la povertà e lo
conducono a quel sicuro e tranquillo stato, dove con tanto contento
suo lo affaticato Benozzo Gozzoli si riposò. Costui fu discepolo dello
Angelico fra' Giovanni, e a ragione amato da lui, e da chi lo conobbe
tenuto pratico di grandissima invenzione, e molto copioso negli
animali, nelle prospettive, ne' paesi e negli ornamenti. Fece tanto
lavoro nella età sua, che e' mostrò non essersi molto curato d'altri
diletti; et ancora che e' non fusse molto eccellente a comparazione di
molti che lo avanzarono di disegno, superò nientedimeno col tanto
fare tutti gli altri della età sua, perché in tanta moltitudine di opere
gli vennero fatte pure delle buone. Dipinse in Fiorenza nella sua
giovanezza alla Compagnia di S. Marco la tavola dello altare; et in S.
Friano un transito di S. Ieronimo, che è stato guasto per acconciare la
facciata della chiesa lungo la strada. Nel palazzo de' Medici fece in
fresco la cappella con la storia de' Magi, et a Roma in Araceli, nella
cappella de' Cesarini, le storie di S. Antonio da Padova, dove ritrasse
di naturale Giuliano Cesarini cardinale et Antonio Colonna.
Similmente nella Torre de' Conti, cioè sopra una porta sotto cui si
passa, fece in fresco una Nostra Donna con molti Santi; et in Santa
Maria Maggiore, all'entrar di chiesa per la porta principale, fece a
man ritta in una cappella, a fresco, molte figure che sono ragionevoli.
Da Roma tornato Benozzo a Firenze, se n'andò a Pisa, dove lavorò