Page 526 - Giorgio Vasari
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Fu ne' medesimi tempi di fra' Giovanni, celebre e famoso miniatore,
               un Attavante fiorentino, del quale non so altro cognome; il quale fra
               molte altre cose miniò un Silio Italico che è oggi in S. Giovanni e Polo
               di Vinezia; della quale opera non tacerò alcuni particolari, sì perché
               sono  degni  d'essere  in  cognizione  degl'artefici,  sì  perché  non  si

               truova, ch'io sappia, altra opera di costui; né anco di questa averei
               notizia, se l'affizione che a queste nobili arti porta il molto reverendo
               Messer  Cosimo  Bartoli,  gentiluomo  fiorentino,  non  mi  avesse  di  ciò

               dato  notizia,  acciò  non  stia  come  sepolta  la  virtù  dell'Attavante.  In
               detto libro dunque, la figura di Silio ha in testa una celata cristata
               d'oro et una corona di lauro; indosso una corazza azzurra tocca d'oro
               all'antica;  nella  man  destra  un  libro,  e  la  sinistra  tiene  sopra  una
               spada corta. Sopra la corazza ha una clamide rossa affibbiata con un

               gruppo  dinanzi,  e  gli  pende  dalle  spalle,  fregiata  d'oro;  il  rovescio
               della quale clamide apparisce cangiante e ricamato a rosette d'oro.
               Ha i calzaretti gialli e posa in sul piè ritto in una nicchia. La figura,

               che dopo in questa opera rappresenta Scipione Africano, ha indosso
               una corazza gialla, i cui pendagli e maniche di colore azzurro, sono
               tutti ricamati d'oro; ha in capo una celata con due aliette et un pesce
               per cresta. L'effigie del giovane è bellissima e bionda; et alzando il
               braccio  destro  fieramente,  ha  in  mano  una  spada  nuda;  e  nella

               stanca tiene la guaina, che è rossa e ricamata d'oro. Le calze sono di
               color verde e semplici e la clamide, che è azzurra, ha il didentro rosso
               con un fregio attorno d'oro; et agruppata avanti alla fontanella, lascia

               il  dinanzi  tutto  aperto,  cadendo  dietro  con  bella  grazia.  Questo
               giovane,  che  è  in  una  nicchia  di  mischi  verdi  e  bertini  con  calzari
               azzurri ricamati d'oro, guarda con ferocità inestimabile Annibale, che
               gli  è  all'incontro  nell'altra  faccia  del  libro.  E  la  figura  di  questo
               Annibale, d'età di anni 36 in circa, fa due crespe sopra il naso a guisa

               di adirato e stizzoso, e guarda ancor essa fiso Scipione. Ha in testa
               una celata gialla, per cimiero un drago verde e giallo; e per ghirlanda
               un serpe; posa in sul piè stanco, et alzato il braccio destro, tiene con

               esso  un'asta  d'un  pilo  antico,  o  vero  partigianetta;  ha  la  corazza
               azzurra  et  i  pendagli  parte  azzurri  e  parte  gialli,  con  le  maniche
               cangianti  d'azzurro  e  rosso,  et  i  calzaretti  gialli.  La  clamide  è
               cangiante  di  rosso  e  giallo,  aggruppata  in  sulla  spalla  destra  e
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