Page 525 - Giorgio Vasari
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fusse la volontà di Dio. Dicono alcuni che fra' Giovanni non arebbe
               messo mano ai penelli, se prima non avesse fatto orazione. Non fece
               mai  Crucifisso  che  non  si  bagnasse  le  gote  di  lagrime;  onde  si
               conosce nei volti e nell'attitudini delle sue figure la bontà del sincero
               e grande animo suo nella religione cristiana.

               Morì  d'anni  sessantotto  nel  1455,  e  lasciò  suoi  discepoli  Benozzo

               fiorentino, che imitò sempre la sua maniera; Zanobi Strozzi, che fece
               quadri  e  tavole  per  tutta  Fiorenza,  per  le  case  de'  cittadini,  e
               particolarmente  una  tavola,  posta  oggi  nel  tramezzo  di  S.  Maria
               Novella,  allato  a  quella  di  fra'  Giovanni,  et  una  in  S.  Benedetto,

               monasterio  de'  Monaci  di  Camaldoli,  fuor  della  porta  a  Pinti,  oggi
               rovinato;  la  quale  è  al  presente  nel  monasterio  degl'Angeli,  nella
               chiesetta di S. Michele, inanzi che si entri nella principale, a man ritta
               andando verso l'altare, apoggiata al muro; e similmente una tavola in

               S.  Lucia,  alla  capella  de'  Nasi;  et  un'altra  in  S.  Romeo  et  in
               guardaroba  del  Duca  è  il  ritratto  di  Giovanni  di  Bicci  de'  Medici,  e
               quello  di  Bartolomeo  Valori  in  uno  stesso  quadro,  di  mano  del
               medesimo. Fu anco discepolo di fra' Giovanni Gentile da Fabbriano e

               Domenico  di  Michelino,  il  quale  in  S.  Apolinare  di  Firenze  fece  la
               tavola all'altare di S. Zanobi et altre molte dipinture. Fu sepolto fra'
               Giovanni  dai  suoi  frati  nella  Minerva  di  Roma,  lungo  l'entrata  del
               fianco, appresso la sagrestia in un sepolcro di marmo tondo, e sopra

               esso egli, ritratto di naturale; nel marmo si legge intagliato questo
               epitaffio.



               Non mihi sit laudi, quod eram velut alter Apelles;
               sed quod lucra tuis omnia, Christe, dabam:

               altera nam terris opera extant, altera coelo.

               Urbs me Ioannem flos tulit Etrurie.



               Sono di mano di fra' Giovanni in S. Maria del Fiore due grandissimi
               libri miniati divinamente, i quali sono tenuti con molta venerazione e
               riccamente adornati, né si veggiono se non ne' giorni solennissimi.
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