Page 518 - Giorgio Vasari
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VITA DI FRA' GIOVANNI DA FIESOLE DELL'ORDINE DE'
FRATI PREDICATORI PITTORE
Frate Giovanni Angelico da Fiesole, il quale fu al secolo chiamato
Guido, essendo non meno stato eccellente pittore e miniatore che
ottimo religioso, merita per l'una e per l'altra cagione che di lui sia
fatta onoratissima memoria. Costui, se bene arebbe potuto
commodissimamente stare al secolo, et oltre quello che aveva,
guadagnarsi ciò che avesse voluto con quell'arti che ancor giovinetto
benissimo fare sapeva, volle nondimeno, per sua sodisfazione e
quiete, essendo di natura posato e buono, e per salvare l'anima sua
principalmente, farsi relligioso dell'Ordine de' frati predicatori; perciò
che se bene in tutti gli stati si può servire a Dio, ad alcuni nondimeno
pare di poter meglio salvarsi ne' monasterii che al secolo. La qual
cosa quanto ai buoni succede felicemente, tanto per lo contrario
riesce, a chi si fa relligioso per altro fine, misera veramente et
infelice.
Sono di mano di fra' Giovanni, nel suo convento di S. Marco di
Firenze, alcuni libri da coro miniati, tanto belli che non si può dir più;
et a questi simili sono alcuni altri, che lasciò in S. Domenico da
Fiesole, con incredibile diligenza lavorati. Ben è vero che a far questi
fu aiutato da un suo maggior fratello che era similmente miniatore et
assai esercitato nella pittura. Una delle prime opere che facesse
questo buon padre di pittura, fu nella Certosa di Fiorenza una tavola
che fu posta nella maggior cappella del cardinale degl'Acciaiuoli,
dentro la quale è una Nostra Donna col Figliuolo in braccio e con
alcuni Angeli a' piedi, che suonano e cantano, molto belli, e dagli lati
sono S. Lorenzo, S. Maria Madalena, S. Zanobi e S. Benedetto. E nella
predella sono di figure piccole, storiette di que' Santi fatte con infinita
diligenza. Nella crociera di detta cappella, sono due altre tavole di
mano del medesimo: in una è la incoronazione di Nostra Donna, e
nell'altra una Madonna con due Santi, fatta con azzurri oltramarini
bellissimi. Dipinse dopo, nel tramezzo di S. Maria Novella, in fresco a