Page 516 - Giorgio Vasari
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Quarto, in mezzo al cardinal di Mantoa et al cardinal Piccolomini, che
fu poi papa Pio Terzo, concede a quel luogo un perdono. Nella quale
storia ritrasse Lorentino, di naturale e ginocchioni, Tommaso Marzi,
Piero Traditi, Donato Rosselli e Giuliano Nardi, tutti cittadini aretini et
Operai di quel luogo. Fece ancora nella sala del palazzo de' Priori,
ritratto di naturale, Galeotto cardinale da Pietra Mala, il vescovo
Guglielmino degl'Ubertini, Messer Angelo Albergotti dottor di legge, e
molte altre opere che sono sparse per quella città. Dicesi che,
essendo vicino a carnovale, i figliuoli di Laurentino lo pregavano che
amazzasse il porco, sì come si costuma in quel paese; e che non
avendo egli il modo di comprarlo, gli dicevano: "Non avendo danari,
come farete babbo, a comperare il porco?". A che rispondeva
Lorentino: "Qualche Santo ci aiuterà". Ma avendo ciò detto più volte e
non comparendo il porco, n'avevano, passando la stagione, perduta
la speranza quando finalmente gli capitò alle mani un contadino dalla
Pieve a Quarto, che per sodisfare un voto voleva far dipignere un S.
Martino, ma non aveva altro assegnamento per pagare la pittura che
un porco che valeva cinque lire. Trovando costui Lorentino gli disse
che voleva fare il S. Martino, ma che non aveva altro assegnamento
che il porco. Convenutisi dunque, Lorentino gli fece il santo, et il
contadino a lui menò il porco. E così il Santo provide il porco ai poveri
figlioli di questo pittore.
Fu suo discepolo ancora, Pietro da Castel della Pieve, che fece un
arco sopra Santo Agostino; et alle monache di S. Caterina d'Arezzo un
S. Urbano oggi ito per terra per rifare la chiesa. Similmente fu suo
creato Luca Signorelli da Cortona, il quale gli fece, più che tutti
gl'altri, onore; Piero Borghese, le cui pitture furono intorno agl'anni
1458, d'anni sessanta per un cattarro accecò, e così visse insino
all'anno 86 della sua vita. Lasciò nel Borgo bonissime facultà et
alcune case che egli stesso si aveva edificate, le quali per le parti
furono arse e rovinate l'anno 1536. Fu sepolto nella chiesa maggiore,
che già fu dell'Ordine di Camaldoli et oggi è Vescovado,
onoratamente da' suoi cittadini. I libri di Pietro sono, per la maggior
parte, nella libreria del Secondo Federigo duca d'Urbino, e sono tali
che meritamente gli hanno acquistato nome del miglior geometra che