Page 509 - Giorgio Vasari
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tarsia, perché gl'apportava maggior guadagno che l'altre arti non
facevano, quando Giuliano, da Messer Antonio Rosello aretino,
segretario di papa Paulo II, fu chiamato a Roma al servizio di quel
Pontefice, dove andato, gl'ordinò nel primo cortile del palazzo di S.
Piero le logge di trevertino con tre ordini di colonne: la prima del
piano da basso, dove sta oggi il Piombo et altri uffizii; la seconda di
sopra dove sta il datario et altri prelati; e la terza e ultima, dove sono
le stanze che rispondono in sul cortile di S. Piero, le quali adornò di
palchi dorati e d'altri ornamenti. Furono fatte similmente col suo
disegno le logge di marmo dove il Papa dà la benedizzione, il che fu
lavoro grandissimo, come ancor oggi si vede. Ma quello che egli fece
di stupenda maraviglia più che altra cosa, fu il palazzo che fece per
quel Papa, insieme con la chiesa di S. Marco di Roma; dove andò una
infinità di trevertini, che furono cavati, secondo che si dice, di certe
vigne vicine all'arco di Gostantino, che venivano a esser contraforti
de' fondamenti di quella parte del Colosseo ch'è oggi rovinata, forse
per aver allentato quell'edifizio. Fu dal medesimo Papa mandato
Giuliano alla Madonna di Loreto, dove rifondò e fece molto maggior il
corpo di quella chiesa, che prima era piccola e sopra pilastri alla
selvatica; ma non andò più alto che il cordone che vi era; nel qual
luogo condusse Benedetto suo nipote, il quale, come si dirà, voltò poi
la cupola. Dopo, essendo forzato Giuliano a tornare a Napoli per finire
l'opere incominciate gli fu allogata dal re Alfonso una porta vicina al
castello, dove andavano più d'ottanta figure, le quali aveva
Benedetto a lavorar in Fiorenza; ma il tutto, per la morte di quel re,
rimase imperfetto e ne sono ancora alcune reliquie in Fiorenza nella
Misericordia, et alcune altre n'erano al canto alla Macine a' tempi
nostri, le quali non so dove oggi si ritrovino. Ma inanzi che morisse il
re, morì in Napoli Giuliano di età di 70 anni, e fu con ricche essequie
molto onorato, avendo il re fatto vestire a bruno 50 uomini che
l'accompagnarono alla sepoltura, e poi dato ordine che gli fusse fatto
un sepolcro di marmo. Rimase Polito nell'avviamento suo, il quale
diede fine a' canali per l'acque di Poggio Reale. E Benedetto
attendendo poi alla scultura passò in eccellenza, come si dirà,
Giuliano suo zio; e fu concorrente nella giovanezza sua d'uno
scultore, che faceva di terra, chiamato Modanino da Modena, il quale