Page 500 - Giorgio Vasari
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grande, nel quale si serbano l'argenterie della Nunziata; et in tutti
questi ornamenti e per tutto, è l'arme e l'impresa de' Medici. Fuor
della capella della Nunziata e dirimpetto a quella, fece il medesimo
un luminario grande di bronzo alto braccia cinque, et all'entrar di
chiesa la pila dell'acqua benedetta, di marmo, e nel mezzo un San
Giovanni, che è cosa bellissima. Fece anco sopra il banco, dove i frati
vendono le candele, una mezza Nostra Donna di marmo di mezzo
rilievo, col Figliuolo in braccio e grande quanto il naturale, molto
divota. Et un'altra simile nell'Opera di Santa Maria del Fiore, dove
stanno gl'Operai.
Lavorò anco Pagno a San Miniato al Todesco alcune figure in
compagnia di Donato suo maestro, essendo giovane; et in Lucca
nella chiesa di S. Martino fece una sepoltura di marmo, dirimpetto
alla capella del Sagramento, per Messer Piero Nocera che v'è ritratto
di naturale. Scrive nel vigesimoquinto libro della sua opera il Filareto,
che Francesco Sforza, duca quarto di Milano, donò al Magnifico
Cosimo de' Medici un bellissimo palazzo in Milano e che egli per
mostrare a quel Duca quanto gli fusse grato sì fatto dono, non solo
l'adornò riccamente di marmi e di legnami intagliati, ma lo fece
maggiore, con ordine di Michelozzo, che non era, braccia ottantasette
e mezzo; dove prima era braccia 84 solamente. Et oltre ciò vi fece
dipignere molte cose; e particolarmente in una loggia, le storie della
vita di Traiano imperatore, nelle quali fece fare in alcuni ornamenti il
ritratto d'esso Francesco Sforza, la signora Bianca sua consorte e
duchessa, et i figliuoli loro parimente, con molti altri signori e grandi
uomini. E similmente il ritratto d'otto imperatori, a' quali ritratti
aggiunse Michelozzo quello di Cosimo, fatto di sua mano. E per tutte
le stanze accomodò in diversi modi l'arme di Cosimo, e la sua
impresa del falcone e diamante. E le dette pitture furono tutte di
mano di Vincenzio di Zoppa pittore in quel tempo, et in quel paese di
non piccola stima.
Si trova che i danari che spese Cosimo nella restaurazione di questo
palazzo, furono pagati da Pigello Portinari cittadin fiorentino, il qual
allora in Milano governava il banco e la ragione di Cosimo, et abitava
in detto palazzo. Sono in Genova di mano di Michelozzo alcune opere