Page 430 - Giorgio Vasari
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VITA DI MASACCIO DA S. GIOVANNI DI VALDARNO PITTORE
È costume della natura, quando ella fa una persona molto eccellente
in alcuna professione, molte volte non la far sola, ma in quel tempo
medesimo, e vicino a quella, farne un'altra a sua concorrenza, a
cagione che elle possino giovare l'uno all'altra nella virtù e nella
emulazione. La qual cosa, oltra il singular giovamento di quegli stessi
che in ciò concorrono, accende ancora oltra modo gli animi di chi
viene dopo quella età a sforzarsi con ogni studio e con ogni industria,
di pervenire a quello onore et a quella gloriosa reputazione, che ne'
passati tutto 'l giorno altamente sente lodare. E che questo sia il
vero, lo aver Fiorenza prodotto in una medesima età Filippo, Donato,
Lorenzo, Paulo Uccello e Masaccio, eccellentissimi ciascuno nel
genere suo, non solamente levò via le rozze e goffe maniere,
mantenutesi fino a quel tempo, ma per le belle opere di costoro incitò
et accese tanto gli animi di chi venne poi, che l'operare in questi
mestieri si è ridotto in quella grandezza et in quella perfezzione che si
vede ne' tempi nostri. Di che abbiamo noi, nel vero, obligo grande a
que' primi, che mediante le loro fatiche ci mostrarono la vera via da
caminare al grado supremo; e quanto alla maniera buona delle
pitture, a Masaccio massimamente, per avere egli, come disideroso
d'acquistar fama, considerato, - non essendo la pittura altro che un
contraffar tutte le cose della natura vive col disegno e co' colori
semplicemente, come ci sono prodotte da lei, - che colui che ciò più
perfettamente consegue si può dire eccellente. La qual cosa, dico,
conosciuta da Masaccio, fu cagione che mediante un continuo studio
imparò tanto, che si può anoverare fra i primi che per la maggior
parte levassino le durezze, imperfezzioni e difficultà dell'arte, e che
egli desse principio alle belle attitudini, movenze, fierezze e vivacità,
et a un certo rilievo veramente proprio e naturale. Il che infino a lui
non aveva mai fatto niun pittore. E perché fu di ottimo giudizio,
considerò che tutte le figure, che non posavano né scortavano coi
piedi in sul piano, ma stavano in punta di piedi, mancavano d'ogni