Page 433 - Giorgio Vasari
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figure  piccole  della  vita  di  Santa  Caterina  e  San  Giuliano  che
               ammazza il padre e la madre, e nel mezzo fece la Natività di Gesù
               Cristo  con  quella  semplicità  e  vivezza  che  era  sua  propria  nel
               lavorare. Nella chiesa del Carmine di Pisa, in una tavola che è dentro
               a una capella del tramezzo, è una Nostra Donna col Figliuolo, et a'

               piedi sono alcuni Angioletti che suonano, uno de' quali sonando un
               liuto,  porge  con  attenzione  l'orecchio  all'armonia  di  quel  suono.
               Mettono in mezzo la Nostra Donna, San Piero, San Giovanni Battista,

               San Giuliano e San Niccolò, figure tutte molto pronte e vivaci. Sotto,
               nella predella, sono di figure piccole storie della vita di que' Santi, e
               nel mezzo i tre Magi, che offeriscono a Cristo; et in questa parte sono
               alcuni  cavalli  ritratti  dal  vivo,  tanto  belli  che  non  si  può  meglio
               desiderare; e gli uomini della corte di que' tre re sono vestiti di varii

               abiti, che si usavano in que' tempi. E sopra, per finimento di detta
               tavola, sono in più quadri molti Santi intorno a un Crucifisso. Credesi
               che la figura d'un Santo in abito di vescovo, che è in quella chiesa in

               fresco a lato alla porta che va nel convento, sia di mano di Masaccio,
               ma  io  tengo  per  fermo  ch'ella  sia  di  mano  di  fra  Filippo,  suo
               discepolo. Tornato da Pisa, lavorò in Fiorenza una tavola, dentrovi un
               maschio et una femmina ignudi, quanto il vivo; la quale si truova oggi
               in  casa  Palla  Rucellai.  Appresso,  non  sentendosi  in  Fiorenza  a  suo

               modo,  e  stimolato  dalla  affezione  et  amore  dell'arte,  deliberò  per
               imparare e superar gli altri andarsene a Roma, e così fece. E quivi,
               acquistata  fama  grandissima,  lavorò  al  cardinale  di  San  Clemente

               nella  chiesa  di  San  Clemente  una  cappella,  dove  a  fresco  fece  la
               Passione  di  Cristo  co'  ladroni  in  croce  e  le  storie  di  Santa  Caterina
               Martire. Fece ancora a tempera molte tavole, che ne' travagli di Roma
               si  son  tutte  o  perse  o  smarrite:  una  nella  chiesa  di  Santa  Maria
               Maggiore,  in  una  capelletta  vicina  alla  sagrestia,  nella  quale  sono

               quattro Santi tanto ben condotti, che paiono di rilievo, e nel mezzo
               Santa Maria della Neve; et il ritratto di papa Martino di naturale, il
               quale  con  una  zappa  disegna  i  fondamenti  di  quella  chiesa,  et

               appresso  a  lui  è  Sigismondo  Secondo  imperatore.  Considerando
               questa opera un giorno Michelagnolo et io, egli la lodò molto, e poi
               soggiunse  coloro  essere  stati  vivi  ne'  tempi  di  Masaccio;  al  quale
               mentre in Roma lavoravano le facciate della chiesa di Santo Ioanni
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