Page 434 - Giorgio Vasari
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per Papa Martino, Pisanello e Gentile da Fabriano, n'avevano allogato
una parte; quando egli avuto nuove che Cosimo de' Medici, dal qual
era molto aiutato e favorito, era stato richiamato dall'esilio, se ne
tornò a Fiorenza. Dove gli fu allogato, essendo morto Masolino da
Panicale, che l'aveva cominciata, la capella de' Brancacci nel Carmine,
alla quale, prima che mettesse mano, fece come per saggio il San
Paulo che è presso alle corde delle campane, per mostrare il
miglioramento che egli aveva fatto nell'arte. E dimostrò veramente
infinita bontà in questa pittura; conoscendosi nella testa di quel
Santo, il quale è Bartolo di Angiolino Angiolini ritratto di naturale, una
terribilità tanto grande, che e' pare che la sola parola manchi a
questa figura. E chi non conobbe San Paulo, guardando questo, vedrà
quel dabbene della civiltà romana, insieme con la invitta fortezza di
quell'animo divinissimo tutto intento alle cure della fede. Mostrò
ancora in questa pittura medesima l'intelligenza di scortare le vedute
di sotto in su, che fu veramente maravigliosa, come apparisce ancor
oggi ne' piedi stessi di detto Apostolo, per una difficultà facilitata in
tutto da lui, rispetto a quella goffa maniera vecchia che faceva (come
io dissi poco di sopra) tutte le figure in punta di piedi; la qual maniera
durò fino a lui senza che altri la correggesse, et egli solo e prima di
ogni altro la ridusse al buono del dì d'oggi.
Accadde mentre che e' lavorava in questa opera, che e' fu consagrata
la detta chiesa del Carmine, e Masaccio in memoria di ciò, di verde
dipinse, di chiaro e scuro, sopra la porta che va in convento, dentro
nel chiostro, tutta la sagra come ella fu. E vi ritrasse infinito numero
di cittadini in mantello et in cappuccio, che vanno dietro a la
processione; fra i quali fece Filippo di Ser Brunellesco in zoccoli,
Donatello, Masolino da Panicale, stato suo maestro, Antonio
Brancacci, che gli fece far la cappella, Niccolò da Uzzano, Giovanni di
Bicci de' Medici, Bartolomeo Valori, i quali sono anco, di mano del
medesimo, in casa di Simon Corsi gentiluomo fiorentino. Ritrassevi
similmente Lorenzo Ridolfi, che in que' tempi era ambasciadore per la
Repubblica fiorentina a Vinezia. E non solo vi ritrasse i gentiluomini
sopra detti di naturale, ma anco la porta del convento et il portinaio
con le chiavi in mano. Questa opera veramente ha in sé molta