Page 399 - Giorgio Vasari
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vita  l'opere  che  le  carte  disegnate.  E  se  bene  nel  nostro  libro  de'
               disegni sono assai cose di figure, di prospettive, d'uccelli e d'animali,
               belli a maraviglia, di tutti è migliore un mazzocchio tirato con linee
               sole,  tanto  bello  che  altro  che  la  pacienza  di  Paulo  non  l'averebbe
               condotto.  Amò  Paulo,  se  bene  era  persona  stratta,  la  virtù  degli

               artefici  suoi,  e  perché  ne  rimanesse  a'  posteri  memoria,  ritrasse  di
               sua mano in una tavola lunga cinque uomini segnalati, e la teneva in
               casa per memoria loro: l'uno era Giotto pittore, per il lume e principio

               dell'arte,  Filippo  di  ser  Brunelleschi  il  secondo,  per  l'architettura,
               Donatello per la scultura, e se stesso per la prospettiva et animali, e
               per  la  matematica  Giovanni  Manetti  suo  amico,  col  quale  conferiva
               assai e ragionava delle cose di Euclide. Dicesi che essendogli dato a
               fare sopra la porta di S. Tommaso in Mercato Vecchio, lo stesso Santo

               che a Cristo cerca la piaga, che egli mise in quell'opera tutto lo studio
               che  seppe,  dicendo  che  voleva  mostrar  in  quella  quanto  valeva  e
               sapeva. E così fece fare una serrata di tavole, acciò nessuno potesse

               vedere l'opera sua se non quando fusse finita. Per che, scontrandolo
               un giorno Donato tutto solo, gli disse: "E che opera sia questa tua,
               che  così  serrata  la  tieni?";  al  qual  respondendo  Paulo  disse:  "Tu
               vedrai  e  basta".  Non  lo  volle  astrigner  Donato  a  dir  più  oltre,
               pensando,  come  era  solito,  vedere  quando  fusse  tempo  qualche

               miracolo. Trovandosi poi una mattina Donato per comperar frutte in
               Mercato  Vecchio,  vide  Paulo  che  scopriva  l'opera  sua;  per  che,
               salutandolo  cortesemente,  fu  dimandato  da  esso  Paulo,  che

               curiosamente desiderava udirne il giudizio suo, quello che gli paresse
               di quella pittura. Donato, guardato che ebbe l'opera ben bene, disse:
               "Eh  Paulo,  ora  che  sarebbe  tempo  di  coprire  e  tu  scuopri".  Allora,
               contristandosi Paulo grandemente, si sentì avere di quella sua ultima
               fatica  molto  più  biasimo  che  non  aspettava  di  averne  lode,  e  non

               avendo  ardire,  come  avvilito,  d'uscir  più  fuora,  si  rinchiuse  in  casa,
               attendendo  alla  prospettiva,  che  sempre  lo  tenne  povero  et
               intenebrato  insino  alla  morte.  E  così,  divenuto  vecchissimo  e  poca

               contentezza avendo nella sua vecchiaia, morì l'anno ottantatreesimo
               della sua vita, nel 1432, e fu sepolto in Santa Maria Novella.

               Lasciò di sé una figliuola che sapeva disegnare, e la moglie, la qual
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