Page 396 - Giorgio Vasari
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appunto, facendovi tutto quel che vedeva, cioè campi arati, fossati et
               altre minuzie della natura, in quella sua maniera secca e tagliente; là
               dove se egli avesse scelto il buono delle cose e messo in opera quelle
               parti appunto che tornano bene in pittura, sarebbono stati del tutto
               perfettissimi.  Finito  ch'ebbe  questo,  lavorò  nel  medesimo  chiostro

               sotto due storie di mano d'altri, e più basso fece il Diluvio con l'Arca
               di Noè, et in essa con tanta fatica e con tanta arte e diligenza lavorò i
               morti, la tempesta, il furore de' venti, i lampi delle saette, il troncar

               degl'alberi  e  la  paura  degli  uomini,  che  più  non  si  può  dire.  Et  in
               iscorto  fece  in  prospettiva  un  morto  al  quale  un  corbo  gli  cava  gli
               occhi, et un putto annegato, che per aver il corpo pien d'acqua, fa di
               quello  un  arco  grandissimo.  Dimostrovvi  ancora  varii  affetti  umani,
               come il poco timore dell'acqua in due che a cavallo combattono, e

               l'estrema paura del morire in una femina et in un maschio che sono a
               cavallo in sun'una bufola, la quale per le parti di dreto empiendosi
               d'acqua, fa disperare in tutto coloro di poter salvarsi: opera tutta di

               tanta bontà et eccellenza, che gli acquistò grandissima fama. Diminuì
               le figure ancora per via di linee in prospettiva, e fece mazzocchi et
               altre  cose  in  tal  opra  certo  bellissime.  Sotto  questa  storia  dipinse
               ancora  l'inebriazione  di  Noè,  col  dispregio  di  Cam  suo  figliuolo,  nel
               quale ritrasse Dello pittore e scultore fiorentino suo amico, e Sem e

               Iafet  altri  suoi  figlioli  che  lo  ricuoprono,  mostrando  esso  le  sue
               vergogne. Fece quivi parimente in prospettiva una botte che gira per
               ogni lato, cosa tenuta molto bella, e così una pergola piena d'uva, i

               cui  legnami  di  piane  squadrate  vanno  diminuendo  al  punto;  ma
               ingannossi, perché il diminuire del piano di sotto, dove posano i piedi
               le  figure,  va  con  le  linee  della  pergola,  e  la  botte  non  va  con  le
               medesime linee che sfuggano; onde mi sono maravigliato assai, che
               un tanto accurato e diligente facesse un errore così notabile. Fecevi

               anco il sagrifizio con l'Arca aperta, tirata in prospettiva con gl'ordini
               delle stanghe nell'altezza partita per ordine, dove gli uccelli stavano
               accomodati,  i  quali  si  veggono  uscir  fuora  volando  in  iscorto  di  più

               ragioni,  e  nell'aria  si  vede  Dio  Padre  che  appare  sopra  al  sagrifizio
               che  fa  Noè  con  i  figliuoli;  e  questa  di  quante  figure  fece  Paulo  in
               questa opera è la più difficile, perché vola col capo in scorto verso il
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