Page 404 - Giorgio Vasari
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persone, e ciascuno nella sua arte peritissimo. E quantunque fussino
               in fra di loro differenti di parere, piacendo a chi la maniera di uno e
               chi  quella  di  un  altro,  si  accordavano  nondimeno  che  Filippo  di  ser
               Brunelesco e Lorenzo di Bartoluccio avessino e meglio e più copiosa
               di figure migliori composta e finita la storia loro, che non aveva fatto

               Donato  la  sua,  ancora  che  anco  in  quella  fusse  gran  disegno.  In
               quella di Iacopo della Quercia erano le figure buone, ma non avevano
               finezza,  se  bene  erano  fatte  con  disegno  e  diligenza.  L'opera  di

               Francesco di Valdambrina aveva buone teste et era ben rinetta, ma
               era nel componimento confusa. Quella di Simon da Colle era un bel
               getto perché ciò fare era sua arte, ma non aveva molto disegno. Il
               saggio di Niccolò d'Arezzo, che era fatto con buona pratica, aveva le
               figure tozze et era mal rinetto. Solo quella storia che per saggio fece

               Lorenzo,  la  quale  ancora  si  vede  dentro  all'udienza  dell'Arte  de'
               Mercatanti,  era  in  tutte  le  parti  perfettissima:  aveva  tutta  l'opera
               disegno et era benissimo composta; le figure di quella maniera erano

               svelte  e  fatte  con  grazia  et  attitudini  bellissime,  et  era  finita  con
               tanta diligenza, che pareva fatta non di getto e rinetto con ferri, ma
               col fiato. Donato e Filippo, visto la diligenza che Lorenzo aveva usata
               nell'opera sua, si tiroron da un canto, e parlando fra loro, risolverono
               che l'opera dovesse darsi a Lorenzo, parendo loro che il publico et il

               privato  sarebbe  meglio  servito,  e  Lorenzo,  essendo  giovanetto  che
               non  passava  20  anni,  arebbe  nello  esercitarsi  a  fare  in  quella
               professione  que'  frutti  maggiori  che  prometteva  la  bella  storia,  che

               egli  a  giudizio  loro  aveva  più  degli  altri  eccellentemente  condotta,
               dicendo che sarebbe stato più tosto opera invidiosa a levargliela, che
               non era virtuosa a fargliela avere.

               Cominciando dunque Lorenzo l'opera di quella porta, per quella che è
               dirimpetto all'opera di San Giovanni, fece per una parte di quella un
               telaio grande di legno quanto aveva a esser appunto, scorniciato e

               con  gl'ornamenti  delle  teste  in  sulle  quadrature,  intorno  allo
               spartimento  de'  vani  delle  storie  e  con  que'  fregi  che  andavano
               intorno. Dopo fatta e secca la forma con ogni diligenza, in una stanza
               che  aveva  compero  dirimpetto  a  S.  Maria  Nuova,  dove  è  oggi  lo

               spedale  de'  Tessitori,  che  si  chiamava  l'Aia,  fece  una  fornace
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