Page 386 - Giorgio Vasari
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pulito e netto, che è una maraviglia, e fa conoscere che molto giovò a
               Luca  essere  stato  orefice.  Ma  perché,  fatto  egli  conto  dopo  queste
               opere di quanto gli fusse venuto nelle mani e del tempo che in farle
               aveva speso, conobbe che pochissimo aveva avanzato e che la fatica
               era stata grandissima, si risolvette di lasciare il marmo et il bronzo e

               vedere  se  maggior  frutto  potesse  altronde  cavare.  Per  che,
               considerando che la terra si lavorava agevolmente con poca fatica, e
               che mancava solo trovare un modo mediante il quale l'opere che in

               quella si facevano si potessono lungo tempo conservare, andò tanto
               ghiribizzando che trovò modo da diffenderle dall'ingiurie del tempo;
               per che, dopo avere molte cose esperimentato, trovò che il dar loro
               una  coperta  d'invetriato  addosso,  fatto  con  stagno,  terra  ghetta,
               antimonio et altri minerali e misture, cotte al fuoco d'una fornace a

               posta, faceva benissimo questo effetto e faceva l'opere di terra quasi
               eterne.  Del  quale  modo  di  fare,  come  quello  che  ne  fu  inventore,
               riportò  lode  grandissima  e  gliene  averanno  obligo  tutti  i  secoli  che

               verranno.  Essendogli  dunque  riuscito  in  ciò  tutto  quello  che
               disiderava, volle che le prime opere fussero quelle che sono nell'arco
               che è sopra la porta di bronzo, che egli sotto l'organo di S. Maria del
               Fiore aveva fatta per la sagrestia; nelle quali fece una Resurrezzione
               di  Cristo  tanto  bella  in  quel  tempo  che,  posta  su,  fu  come  cosa

               veramente rara ammirata. Da che mossi i detti Operai, vollono che
               l'arco  della  porta  dell'altra  sagrestia,  dove  aveva  fatto  Donatello
               l'ornamento di quell'altro organo, fusse nella medesima maniera da

               Luca ripieno di simili figure et opere di terra cotta; onde Luca vi fece
               un Gesù Cristo che ascende in cielo, molto bello.

               Ora, non bastando a Luca questa bella invenzione tanto vaga e tanto
               utile,  e  massimamente  per  i  luoghi  dove  sono  acque  e  dove  per
               l'umido o altre cagioni non hanno luogo le pitture, andò pensando più
               oltre, e, dove faceva le dette opere di terra semplicemente bianche,

               vi aggiunse il modo di dare loro il colore, con maraviglia e piacere
               incredibile d'ognuno; onde il Magnifico Piero di Cosimo de' Medici, fra
               i primi che facessero lavorar a Luca cose di terra colorite, gli fece fare
               tutta  la  volta  in  mezzo  tondo  d'uno  scrittoio,  nel  palazzo  edificato,

               come si dirà, da Cosimo suo padre, con varie fantasie, et il pavimento
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