Page 383 - Giorgio Vasari
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VITA DI LUCA DELLA ROBBIA SCULTORE



               Nacque Luca della Robbia scultore fiorentino l'anno 1388 nelle case
               de' suoi antichi, che sono sotto la chiesa di S. Bernaba in Fiorenza, e
               fu in quelle alevato costumatamente insino a che non pure leggere e
               scrivere,  ma  far  di  conto  ebbe,  secondo  il  costume  de'  più  de'

               Fiorentini,  per  quanto  gli  faceva  bisogno,  apparato.  E  dopo  fu  dal
               padre  messo  a  imparare  l'arte  dell'orefice  con  Lionardo  di  ser
               Giovanni  tenuto  allora  in  Fiorenza  il  miglior  maestro  che  fusse  di
               quell'arte. Sotto costui adunque avendo imparato Luca a disegnare et

               a lavorare di cera, cresciutogli l'animo si diede a fare alcune cose di
               marmo e di bronzo; le quali, essendogli riuscite assai bene, furono
               cagione  che,  abbandonato  del  tutto  il  mestier  dell'orefice,  egli  si
               diede di maniera alla scultura, che mai faceva altro che tutto il giorno

               scarpellare  e  la  notte  disegnare;  e  ciò  fece  con  tanto  studio,  che
               molte volte, sentendosi di notte aghiadare i piedi, per non partirsi dal
               disegno, si mise per riscaldargli a tenerli in una cesta di bruscioli, cioè
               di  quelle  piallature  che  i  lignaiuoli  levano  dall'asse  quando  con  la

               pialla  le  lavorano.  Né  io  di  ciò  mi  maraviglio  punto,  essendo  che
               niuno mai divenne in qualsivoglia esercizio eccellente, il quale e caldo
               e gelo e fame e sete et altri disagi non cominciasse ancor fanciullo a
               sopportare, laonde sono coloro del tutto ingannati, i quali si avisano

               di potere negl'agi e con tutti i commodi del mondo ad onorati gradi
               pervenire; non dormendo, ma vegghiando e studiando continuamente
               s'acquista.  Aveva  a  malapena  quindici  anni  Luca,  quando,  insieme
               con altri giovani scultori, fu condotto in Arimini, per fare alcune figure

               et  altri  ornamenti  di  marmo  a  Sigismondo  di  Pandolfo  Malatesti
               signore  di  quella  città,  il  quale  allora  nella  chiesa  di  S.  Francesco
               faceva  fare  una  capella,  e  per  la  moglie  sua,  già  morta,  una
               sepoltura; nella quale opera diede onorato saggio del saper suo Luca

               in  alcuni  bassi  rilievi  che  ancora  vi  si  veggiono,  prima  che  fusse
               dagl'Operai di S. Maria del Fiore richiamato a Firenze, dove fece, per
               lo campanile di quella chiesa, cinque storiette di marmo, che sono da
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