Page 385 - Giorgio Vasari
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la  lontananza  fa  questo  effetto,  pare  anco  che  nelle  bozze  molte
               volte,  nascendo  in  un  subito  dal  furore  dell'arte,  si  sprima  il  suo
               concetto  in  pochi  colpi,  e  che  per  contrario  lo  stento  e  la  troppa
               diligenza  alcuna  fiata  toglia  la  forza  et  il  sapere  a  coloro  che  non
               sanno mai levare le mani dall'opera che fanno. E chi sa che l'arti del

               disegno, per non dir la pittura solamente, sono alla poesia simili, sa
               ancora che come le poesie dettate dal furore poetico sono le vere e
               le buone e migliori che le stentate, così l'opere degli uomini eccellenti

               nell'arti del disegno sono migliori quando sono fatte a un tratto dalla
               forza di quel furore, che quando si vanno ghiribizzando a poco a poco
               con  istento  e  con  fatica;  e  chi  ha  da  principio,  come  si  dee  avere,
               nella  idea  quello  che  vuol  fare,  camina  sempre  risoluto  alla
               perfezzione  con  molta  agevolezza.  Tuttavia,  perché  gl'ingegni  non

               sono tutti d'una stampa, sono alcuni ancora, ma rari, che non fanno
               bene se non adagio, e per tacere de' pittori, fra i poeti si dice che il
               reverendissimo  e  dottissimo  Bembo  penò  tallora  a  fare  un  sonetto

               molti mesi e forse anni, se a coloro si può creder che l'affermano; il
               che non è gran fatto che avvenga alcuna volta ad alcuni uomini delle
               nostre arti; ma per lo più è la regola in contrario, come si è detto di
               sopra;  come  che  il  volgo  migliore  giudichi  una  certa  delicatezza
               esteriore et apparente, che poi manca nelle cose essenziali, ricoperte

               dalla diligenza che il buono fatto con ragione e giudizio, ma non così
               di fuori ripulito e lisciato.

               Ma per tornare a Luca, finita la detta opera che piacque molto, gli fu
               allogata  la  porta  di  bronzo  della  detta  sagrestia,  nella  quale
               scompartì in dieci quadri, cioè in cinque per parte, con fare in ogni

               quadratura delle cantonate, nell'ornamento, una testa d'uomo; et in
               ciascuna  testa  variò,  facendovi  giovani,  vecchi,  di  mezza  età,  e  chi
               con la barba e chi raso, et insomma in diversi modi tutti belli in quel
               genere, onde il telaio di quell'opera ne restò ornatissimo. Nelle storie

               poi de' quadri fece, per cominciarmi di sopra, la Madonna col Figliuolo
               in braccio con bellissima grazia, e nell'altro Iesù Cristo che esce del
               sepolcro; di sotto a questi, in ciascuno dei primi quattro quadri, è una
               figura,  cioè  un  Evangelista,  e  sotto  questi  i  quattro  Dottori  della

               Chiesa, che in varie attitudini scrivono. E tutto questo lavoro è tanto
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