Page 372 - Giorgio Vasari
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VITA DI NICCOLÒ ARETINO SCULTORE
Fu ne' medesimi tempi e nella medesima facultà della scultura e
quasi della medesima bontà nell'arte Niccolò di Piero, cittadino
aretino, al quale quanto fu la natura liberale delle doti sue, cioè
d'ingegno e di vivacità d'animo, tanto fu avara la fortuna de' suoi
beni. Costui dunque, per essere povero compagno e per avere alcuna
ingiuria ricevuta dai suoi più prossimi nella patria, si partì, per
venirsene a Firenze, d'Arezzo, dove sotto la disciplina di maestro
Moccio scultore sanese, il quale, come si è detto altrove, lavorò
alcune cose in Arezzo, aveva con molto frutto atteso alla scultura,
come che non fusse detto maestro Moccio molto eccellente. E così
arrivato Niccolò a Firenze, da prima lavorò per molti mesi qualunche
cosa gli venne alle mani, sì perché la povertà et il bisogno
l'assassinavano e sì per la concorrenza d'alcuni giovani che con molto
studio e fatica, gareggiando virtuosamente, nella scultura
s'esercitavano. Finalmente, essendo dopo molte fatiche riuscito
Niccolò assai buono scultore, gli furono fatte fare da gl'Operai di
Santa Maria del Fiore, per lo campanile, due statue, le quali essendo
in quello poste verso la canonica, mettono in mezzo quelle che fece
poi Donato; e furono tenute, per non si essere veduto di tondo rilievo
meglio, ragionevoli. Partito poi di Firenze per la peste dell'anno 1383,
se n'andò alla patria; dove, trovando che per la detta peste gl'uomini
della Fraternità di Santa Maria della Misericordia, della quale si è di
sopra ragionato, avevano molti beni acquistato per molti lasci stati
fatti da diverse persone della città, per la divozione che avevano a
quel luogo pio et agl'uomini di quello, che senza tema di niuno
pericolo, in tutte le pestilenze governano gl'infermi e sotterrano i
morti, e che per ciò volevano fare la facciata di quel luogo di pietra
bigia, per non avere commodità di marmi, tolse a fare quel luogo
stato cominciato inanzi d'ordine tedesco, e lo condusse, aiutato da
molti scarpellini da Settignano, a fine perfettamente, facendo di sua
mano, nel mezzo tondo della facciata, una Madonna col Figliuolo in