Page 293 - Giorgio Vasari
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della chiesa.

               Dopo  la  morte  d'Andrea,  Iacopo  suo  fratello  che  attendeva  alla

               scultura,  come  si  è  detto,  et  all'architettura,  fu  adoperato  l'anno
               milletrecentoventiotto, quando si fondò e fece la torre e porta di San
               Piero Gattolini; e si dice che furono di sua mano i quattro marzocchi
               di  pietra  che  furon  messi  sopra  i  quattro  cantoni  del  palazzo

               principale di Firenze, tutti messi d'oro. La quale opera fu biasimata
               assai per essersi messo in que' luoghi senza proposito più grave peso
               che per avventura non si doveva, et a molti sarebbe piaciuto che i
               detti marzocchi si fussono più tosto fatti di piastre di rame, e dentro

               voti  e  poi  dorati  a  fuoco,  posti  nel  medesimo  luogo;  perché
               sarebbono stati molto meno gravi e più durabili. Dicesi anco che è di
               mano del medesimo il cavallo che è in Santa Maria del Fiore di rilievo
               tondo e dorato, sopra la porta che va alla Compagnia di San Zanobi, il

               quale si crede che vi sia per memoria di Piero Farnese, capitano de'
               Fiorentini;  tuttavia  non  sapendone  altro  non  l'affermerei.  Nei
               medesimi tempi Mariotto, nipote d'Andrea, fece in Fiorenza, a fresco,
               il Paradiso di S. Michel Bisdomini nella via de' Servi, e la tavola d'una

               Nunziata che è sopra l'altare; e per Mona Cecilia de' Boscoli un'altra
               tavola  con  molte  figure,  posta  nella  medesima  chiesa  presso  alla
               porta. Ma fra tutti i discepoli dell'Orgagna niuno fu più eccellente di
               Francesco Traini, il quale fece per un signore di casa Coscia, che è

               sotterrato  in  Pisa  nella  capella  di  S.  Domenico,  della  chiesa  di  S.
               Caterina,  in  una  tavola  in  campo  d'oro,  un  San  Domenico  ritto,  di
               braccia due e mezzo, con sei storie della vita sua, che lo mettono in
               mezzo, molto pronte e vivaci e ben colorite; e nella medesima chiesa

               fece nella capella di S. Tommaso d'Aquino una tavola a tempera con
               invenzione capricciosa, che è molto lodata, ponendovi dentro detto S.
               Tommaso a seder ritratto di naturale, dico di naturale perché i frati di
               quel  luogo  fecero  venire  un'immagine  di  lui,  dalla  Badia  di  Fossa

               Nuova,  dove  egl'era  morto  l'anno  1323.  Da  basso  intorno  al  S.
               Tommaso,  collocato  a  sedere  in  aria  con  alcuni  libri  in  mano,
               illuminanti  con  i  razzi  e  splendori  loro  il  popolo  cristiano,  stanno
               inginocchioni un gran numero di dottori e cherici d'ogni sorte, vescovi,

               cardinali e papi, fra i quali è il ritratto di papa Urbano Sesto. Sotto i
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