Page 298 - Giorgio Vasari
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man ritta; in Ascesi ancora nella chiesa di sotto di S. Francesco
dipinse sopra il pergamo, non vi essendo altro luogo che non fusse
dipinto, in un arco la coronazione di Nostra Donna con molti Angeli
intorno, tanto graziosi e con bell'arie nei volti et in modo dolci e
delicati, che mostrano, con la solita unione de' colori il che era
proprio di questo pittore, lui avere tutti gl'altri insin allora stati
paragonato; et intorno a questo arco fece alcune storie di S. Niccolò.
Parimente nel monasterio di S. Chiara della medesima città, a mezzo
la chiesa, dipinse una storia in fresco, nella quale è S. Chiara
sostenuta in aria da due Angeli che paiono veri, la quale resuscita un
fanciullo che era morto, mentre le stanno intorno tutte piene di
maraviglia molte femine belle nel viso, nell'acconciature de' capi e
negl'abiti che hanno indosso di que' tempi molto graziosi. Nella
medesima città d'Ascesi fece sopra la porta della città che va al
Duomo, cioè in un arco dalla parte di dentro, una Nostra Donna col
Figliuolo in collo, con tanta diligenza che pare viva, et un S. Francesco
et un altro santo bellissimi, le quali due opere, se bene la storia di S.
Chiara non è finita per essersene Tommaso tornato a Firenze
amalato, sono perfette e d'ogni lode dignissime.
Dicesi che Tommaso fu persona maninconica e molto soletaria, ma
dell'arte amorevole e studiosissimo, come apertamente si vede in
Fiorenza nella chiesa di San Romeo, per una tavola lavorata da lui a
tempera, con tanta diligenza et amore, che di suo non si è mai
veduto in legno cosa meglio fatta: in questa tavola, che è posta nel
tramezzo di detta chiesa a man destra, è un Cristo morto con le Marie
intorno e Nicodemo, accompagnati da altre figure, che con
amaritudine et atti dolcissimi et affettuosi piangono quella morte,
torcendosi con diversi gesti di mani e battendosi di maniera che
nell'aria de' visi si dimostra assai chiaramente l'aspro dolore del
costar tanto i peccati nostri; et è cosa maravigliosa a considerare,
non che egli penetrasse con l'ingegno a sì alta imaginazione, ma che
la potesse tanto bene esprimere col pennello. Laonde, è quest'opera
sommamente degna di lode, non tanto per lo soggetto e per
l'invenzione, quanto per avere in essa mostrato l'artefice in alcune
teste che piangono che, ancora che il lineamento si storca nelle