Page 277 - Giorgio Vasari
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un Cristo morto con le Marie, lavorato a fresco, che fu lodatissimo. E
sotto il tramezzo che divide la chiesa, a man sinistra, sopra il
Crocifisso di Donato, dipinse a fresco una storia di S. Francesco, d'un
miracolo che fece nel resuscitar un putto che era morto cadendo da
un verone, coll'apparire in aria. Et in questa storia ritrasse Giotto suo
maestro, Dante poeta e Guido Cavalcanti; altri dicano se stesso. Per
la detta chiesa fece ancora in diversi luoghi molte figure, che si
conoscono dai pittori alla maniera. Alla Compagnia del Tempio
dipinse il tabernacolo che è in sul canto della via del Crocifisso,
dentrovi un bellissimo Deposto di croce. Nel chiostro di Santo Spirito
lavorò due storie negl'archetti allato al capitolo, nell'uno de' quali
fece quando Giuda vende Cristo e nell'altro la Cena ultima che fece
con gl'Apostoli; e nel medesimo convento, sopra la porta del
refettorio, dipinse un Crucifisso et alcuni Santi che fanno conoscer, fra
gl'altri che quivi lavorarono, che egli fu veramente imitator della
maniera di Giotto, da lui avuta sempre in grandissima venerazione.
Dipinse in S. Stefano del ponte Vecchio la tavola e la predella
dell'altar maggiore con gran diligenza, e nell'oratorio di S. Michele in
Orto lavorò molto bene in una tavola un Cristo morto, che dalle Marie
è pianto e da Nicodemo riposto nella sepoltura molto divotamente.
Nella chiesa de' frati de' Servi dipinse la capella di S. Nicolò di quegli
dal palagio con istorie di quel santo, dove con ottimo giudizio e
grazia, per una barca quivi dipinta, dimostrò chiaramente com'egli
aveva intera notizia del tempestoso agitare del mare e della furia
della fortuna, nella quale, mentre che i marinari votando la nave
gittano le mercanzie, appare in aria S. Niccolò e gli libera da quel
pericolo; la quale opera, per esser piacciuta e stata molto lodata, fu
cagione che gli fu fatto dipignere la capella dell'altare maggiore di
quella chiesa, dove fece in fresco alcune storie di Nostra Donna et a
tempera in tavola medesimamente la Nostra Donna con molti santi
lavorati vivamente. Parimente, nella predella di detta tavola fece con
figure piccole alcune altre storie di Nostra Donna, delle quali non
accade far particolar menzione, poiché l'anno 1467 fu rovinato ogni
cosa, quando Lodovico Marchese di Mantova fece in quel luogo la
tribuna che v'è oggi, col disegno di Leon Battista Alberti, et il coro de'