Page 273 - Giorgio Vasari
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Lippo il suo nome. Dopo queste opere, lavorò da per sé una tavola a
               tempera  a'  frati  di  S.  Agostino  in  S.  Gimignano,  e  n'acquistò  tanto
               nome  che  fu  forzato  mandar  in  Arezzo  al  vescovo  Guido  de'  Tarlati
               una  tavola  con  tre  mezze  figure,  che  è  oggi  nella  cappella  di  S.
               Gregorio in Vescovado. Stando Simone in Fiorenza a lavorare, un suo

               cugino architetto ingegnoso, chiamato Neroccio, tolse l'anno 1332 a
               far sonar la campana grossa del Comun di Firenze, che per spazio di
               17 anni nessuno l'aveva potuta far sonar senza dodici uomini che la

               tirassino.  Costui  dunque  la  bilicò  di  maniera  che  due  la  potevano
               muovere,  e,  mossa,  un  solo  la  sonava  a  distesa,  ancora  ch'ella
               pesasse più di sedicimila libbre; onde, oltre l'onore, ne riportò per sua
               mercede trecento fiorini d'oro, che fu gran pagamento in que' tempi.
               Ma  per  tornare  ai  nostri  due  Memmi  sanesi,  lavorò  Lippo  oltre  alle

               cose  dette,  col  disegno  di  Simone,  una  tavola  a  tempera  che  fu
               portata  a  Pistoia  e  messa  sopra  l'altar  maggiore  della  chiesa  di  S.
               Francesco,  che  fu  tenuta  bellissima.  In  ultimo  tornati  a  Siena,  loro

               patria,  cominciò  Simone  una  grandissima  opera  colorita  sopra  il
               portone  di  Camolia,  dentrovi  la  coronazione  di  Nostra  Donna,  con
               infinite  figure,  la  quale,  sovravenendogli  una  grandissima  infirmità,
               rimase  imperfetta,  et  egli  vinto  dalla  gravezza  di  quella,  passò  di
               questa vita l'anno 1345 con grandissimo dolore di tutta la sua città e

               di  Lippo  suo  fratello,  il  quale  gli  diede  onorata  sepoltura  in  S.
               Francesco; finì poi molte opere che Simone aveva lasciate imperfette,
               e  ciò  furono  una  Passione  di  Gesù  Cristo  in  Ancona  sopra  l'altare

               maggiore di S. Nicola, nella quale finì Lippo quello che aveva Simone
               cominciato, imitando quella aveva fatta nel capitolo di Santo Spirito
               di Fiorenza, e finita del tutto il detto Simone. La quale opera sarebbe
               degna  di  più  lunga  vita  che  per  avventura  non  le  sarà  conceduta;
               essendo  in  essa  molte  belle  attitudini  di  cavalli  e  di  soldati,  che

               prontamente fanno isvarii gesti, pensando con maraviglia se hanno o
               no crucifisso il figliuol di Dio. Finì similmente in Ascesi nella chiesa di
               sotto  di  S.  Francesco  alcune  figure  che  avea  cominciato  Simone

               all'altare di S. Lisabetta, il qual è all'entrar della porta che va nelle
               cappelle, facendovi la Nostra Donna, un San Lodovico re di Francia et
               altri  Santi  che  sono  in  tutto  otto  figure  insino  alle  ginocchia,  ma
               buone e molto ben colorite. Avendo oltre ciò cominciato Simone nel
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