Page 241 - Giorgio Vasari
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Piangete, donne, e con voi pianga Amore,
e nel quarto capitolo del Trionfo d'Amore, dove dice:
Ecco Cin da Pistoia, Guitton d'Arezzo,
che di non esser primo par ch'ira aggia etc.
Si vede in questo sepolcro di mano d'Andrea in marmo il ritratto di
esso messer Cino, che insegna a un numero di suoi scolari che gli
sono intorno, con sì bella attitudine e maniera, che in que' tempi,
sebbene oggi non sarebbe in pregio, dovette esser cosa maravigliosa.
Si servì anco d'Andrea nelle cose d'architettura Gualtieri duca d'Atene
e tiranno de' Fiorentini, facendogli allargare la piazza, e, per
fortificarsi nel palazzo, ferrare tutte le finestre da basso del primo
piano, dov'è oggi la sala de' Dugento, con ferri quadri e gagliardi
molto. Aggiunse ancora il detto Duca dirimpetto a S. Piero Scheraggio
le mura a bozzi che sono accanto al palazzo, per accrescerlo; e nella
grossezza del muro fece una scala segreta per salire e scendere
occultamente, e nella detta facciata di bozzi fece da basso una porta
grande, che serve oggi alla dogana, e sopra quella l'arme sua, e tutto
col disegno e consiglio di Andrea; la quale arme sebbene fu fatta
scarpellare dal magistrato de' Dodici che ebbe cura di spegnere ogni
memoria di quel Duca, rimase nondimeno nello scudo quadro la
forma del leone rampante con due code, come può veder chiunque la
considera con diligenza. Per lo medesimo Duca fece Andrea molte
torri intorno alle mura della città; e non pure diede principio
magnifico alla porta a San Friano e la condusse al termine che si
vede, ma fece ancora le mura degl'antiporti a tutte le porte della
città, e le porte minori per commodità de' popoli. E perché il Duca
aveva in animo di fare una fortezza sopra la costa di S. Giorgio, ne
fece Andrea il modello, che poi non servì per non avere avuto la cosa
principio, essendo stato cacciato il Duca l'anno 1343. Ben ebbe in