Page 239 - Giorgio Vasari
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Dicono  alcuni  (non  l'affermerei  già  per  vero)  che  Andrea  stette  a
               Vinezia un anno, e vi lavorò di scultura alcune figurette di marmo che
               sono  nella  facciata  di  S.  Marco,  e  che  al  tempo  di  messer  Piero
               Gradenigo doge di quella repubblica fece il disegno dell'arsenale; ma
               perché io non ne so, se non quello che truovo essere stato scritto da

               alcuni  semplicemente,  lascerò  credere  intorno  a  ciò  ognuno  a  suo
               modo. Tornato da Vinezia a Firenze Andrea, la città, temendo della
               venuta  dell'Imperadore,  fece  alzare  con  prestezza,  adoperandosi  in

               ciò  Andrea,  una  parte  delle  mura  a  calcina  otto  braccia,  in  quella
               parte  che  è  fra  S.  Gallo  e  la  porta  al  Prato,  et  in  altri  luoghi  fece
               bastioni, steccati, et altri ripari di terra e di legnami sicurissimi. Ora,
               perché tre anni inanzi aveva con sua molta lode mostrato d'essere
               valente  uomo  nel  gettare  di  bronzo,  avendo  mandato  al  Papa  in

               Avignone  per  mezzo  di  Giotto  suo  amicissimo,  che  allora  in  quella
               corte dimorava, una croce di getto molto bella, gli fu data a fare di
               bronzo una delle porte del tempio di S. Giovanni, della quale aveva

               già fatto Giotto un disegno bellissimo. Gli fu data, dico, a finire per
               essere stato giudicato, fra tanti che avevano lavorato insino allora, il
               più  valente,  il  più  pratico  e  più  giudizioso  maestro,  non  pure  di
               Toscana,  ma  di  tutta  Italia.  Laonde,  messovi  mano  con  animo
               deliberato di non volere risparmiare né tempo, né fatica, né diligenza

               per condurre un'opera di tanta importanza, gli fu così propizia la sorte
               nel  getto,  in  que'  tempi  che  non  si  avevano  i  segreti  che  si  hanno
               oggi, che in termine di ventidue anni la condusse a quella perfezione

               che si vede; e, quello che è più, fece ancora in quel tempo medesimo
               non pure il tabernacolo dell'altare maggiore di S. Giovanni, con due
               Angeli che lo mettono in mezzo, i quali furono tenuti cosa bellissima,
               ma  ancora,  secondo  il  disegno  di  Giotto,  quelle  figurette  di  marmo
               che  sono  per  finimento  della  porta  del  campanile  di  S.  Maria  del

               Fiore,  et  intorno  al  medesimo  campanile  in  certe  mandorle  i  sette
               pianeti,  le  sette  virtù  e  le  sette  opere  della  misericordia  di  mezzo
               rilievo in figure piccole, che furono allora molto lodate. Fece anco nel

               medesimo  tempo  le  tre  figure  di  braccia  quattro  l'una,  che  furono
               collocate  nelle  nicchie  del  detto  campanile,  sotto  le  finestre  che
               guardano dove sono oggi i Pupilli, cioè verso mezzogiorno, le quali
               figure furono tenute in quel tempo più che ragionevoli.
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