Page 224 - Giorgio Vasari
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fece fare a maestro Cione orefice eccellente, se non tutto, la maggior
parte dell'altare d'argento di S. Giovanni Batista, nel quale sono
molte storie della vita di quel Santo, cavate d'una piastra d'argento in
figure di mezzo rilievo, ragionevoli; la quale opera fu, e per
grandezza e per essere cosa nuova, tenuta da chiunche la vide
maravigliosa. Il medesimo maestro Cione l'anno 1330, essendosi
sotto le volte di S. Reparata trovato il corpo di S. Zanobi, legò in una
testa d'argento grande quanto il naturale quel pezzo della testa di
quel Santo, che ancora oggi si serba nella medesima d'argento e si
porta a processione: la quale testa fu allora tenuta cosa bellissima, e
diede gran nome all'artefice suo, che non molto dopo, essendo ricco
et in gran reputazione, si morì.
Lasciò maestro Cione molti discepoli, e fra gli altri Forzore di Spinello
aretino, che lavorò d'ogni cesellamento benissimo, ma in particolare
fu eccellente in fare storie d'argento a fuoco smaltate, come ne fanno
fede nel Vescovado d'Arezzo una mitera con fregiature bellissime di
smalti et un pasturale d'argento molto bello. Lavorò il medesimo al
cardinale Galeotto da Pietramala molte argenterie, le quali dopo la
morte sua rimasero ai frati della Vernia, dove egli volle essere
sepolto e dove, oltre la muraglia che in quel luogo il conte Orlando
signor di Chiusi, picciol castello sotto la Vernia, avea fatto fare,
edificò egli la chiesa e molte stanze nel convento, e per tutto quel
luogo, senza farvi l'insegna sua o lasciarvi altra memoria.
Fu discepolo ancora di maestro Cione, Lionardo di ser Giovanni
fiorentino, il quale di cesello e di saldature, e con miglior disegno che
non avevano fatto gl'altri inanzi a lui, lavorò molte opere, e
particolarmente l'altare e tavola d'argento di S. Iacopo di Pistoia;
nella quale opera, oltre le storie che sono assai, fu molto lodata la
figura che fece in mezzo, alta più d'un braccio, d'un S. Iacopo, tonda
e lavorata tanto pulitamente, che par più tosto fatta di getto che di
cesello; la qual figura è collocata in mezzo alle dette storie nella
tavola dell'altare, intorno al quale è un fregio di lettere smaltate che
dicono così: Ad honorem Dei et Sancti Jacobi Apostoli hoc opus
factum fuit tempore Domini Franc. Pagni dictae operae operarii sub
anno 1371, per me Leonardum Ser Io. de Floren. aurific.