Page 227 - Giorgio Vasari
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VITA DI STEFANO PITTOR FIORENTINO E D'UGOLINO
               SANESE





               Fu  in  modo  eccellente  Stefano,  pittore  fiorentino  e  discepolo  di
               Giotto,  che  non  pure  superò  tutti  gl'altri  che  inanzi  a  lui  si  erano
               affaticati nell'arte, ma avanzò di tanto il suo maestro stesso che fu, e

               meritamente,  tenuto  il  miglior  di  quanti  pittori  erano  stati  infino  a
               quel tempo, come chiaramente dimostrano l'opere sue.

               Dipinse costui in fresco la Nostra Donna del Camposanto di Pisa, che
               è alquanto meglio di disegno e di colorito che l'opera di Giotto; et in
               Fiorenza, nel chiostro di Santo Spirito, tre archetti a fresco, nel primo
               de' quali, dove è la Trasfigurazione di Cristo con Moisè et Elia, figurò,

               imaginandosi quanto dovette essere lo splendore che gli abagliò, i tre
               discepoli con straordinarie e belle attitudini, e in modo avviluppati ne'
               panni, che si vede che egli andò con nuove pieghe, il che non era

               stato  fatto  insino  allora,  tentando  di  ricercar,  sotto,  l'ignudo  delle
               figure: il che, come ho detto, non era stato considerato né anche da
               Giotto stesso. Sotto questo arco, nel quale fece un Cristo che libera la
               indemoniata,  tirò  in  prospettiva  uno  edifizio,  perfettamente,  di
               maniera  allora  poco  nota,  a  buona  forma  e  migliore  cognizione

               riducendolo;  et  in  esso  con  giudizio  grandissimo  modernamente
               operando, mostrò tanta arte e tanta invenzione e proporzione nelle
               colonne,  nelle  porte,  nelle  finestre  e  nelle  cornici,  e  tanto  diverso

               modo di fare dagl'altri maestri, che pare che cominciasse a vedere un
               certo lume della buona e perfetta maniera de' moderni. Imaginossi
               costui fra l'altre cose ingegnose una salita di scale molto difficile, le
               quali in pittura e di rilievo murate et in ciascun modo fatte, hanno
               disegno, varietà et invenzione utilissima e comoda tanto, che se ne

               servì il Magnifico Lorenzo vecchio de' Medici nel fare le scale di fuori
               del palazzo del Poggio a Caiano, oggi principal villa dell'illustrissimo
               signor Duca. Nell'altro archetto è una storia di Cristo quando libera S.

               Piero  dal  naufragio,  tanto  ben  fatta,  che  pare  che  s'oda  la  voce  di
               Pietro che dica: Domine salva nos, perimus. Questa opera è giudicata
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