Page 1905 - Giorgio Vasari
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Ma per tornare al signor Duca, egli ha sempre molto amato la virtù di
               don Giulio e cercato d'avere delle sue opere. E se non fusse stato il
               rispetto che ha avuto a Farnese, non l'arebbe lasciato da sé partire,
               quanto stette, come ho detto, alcuni mesi al suo servizio in Firenze.
               Ha dunque il Duca, oltre le cose dette, un quadretto di mano di don

               Giulio, dentro al quale è Ganimede portato in cielo da Giove converso
               in aquila. Il quale fu ritratto da quello che già disegnò Michelagnolo, il
               quale è oggi appresso Tomaso de' Cavalieri, come s'è detto altrove.

               Ha similmente il Duca nel suo scrittoio un San Giovanni Batista, che
               siede  sopra  un  sasso,  et  alcuni  ritratti  di  mano  del  medesimo  che
               sono mirabili. Fece già don Giulio un quadro d'una Pietà, con le Marie
               et altre figure attorno, alla Marchesana di Pescara, et un altro simile
               in tutto al cardinale Farnese, che lo mandò all'Imperatrice, che è oggi

               moglie di Massimiliano e sorella del re Filippo. Et un altro quadretto
               di mano del medesimo mandò a sua maestà cesarea, dentro al quale
               è in un paesotto bellissimo San Giorgio che amazza il serpente, fatto

               con estrema diligenza; ma fu passato questo di bellezza e di disegno
               da  un  quadro  maggiore,  che  don  Giulio  fece  a  un  gentiluomo
               spagnuolo, nel quale è Traiano imperatore, secondo che si vede nelle
               medaglie, e col rovescio della provincia di Giudea. Il quale quadro fu
               mandato al sopra detto Massimiliano oggi imperatore.

               Al detto cardinale Farnese ha fatto due altri quadretti, in uno è Gesù

               Cristo ignudo con la croce in mano, e nell'altro è il medesimo menato
               da' giudei et accompagnato da una infinità di popoli al Monte Calvario
               con la croce in ispalla, e dietro la Nostra Donna e l'altre Marie in atti
               graziosi e da muovere a pietà un cuor di sasso. Et in due carte grandi,

               per  un  messale,  ha  fatto  allo  stesso  Cardinale  Gesù  Cristo  che
               ammaestra nella dottrina del Santo Evangelio gl'Apostoli, e nell'altra
               il Giudizio Universale tanto bello, anzi ammirabile e stupendo, che io
               mi confondo a pensarlo, e tengo per fermo che non si possa, non dico

               fare, ma vedere, né imaginarsi per minio, cosa più bella. È gran cosa
               che in molte di queste opere, e massimamente nel detto ufficio della
               Madonna, abbia fatto don Giulio alcune figurine non più grandi che
               una ben piccola formica, con tutte le membra sì espresse e sì distinte,

               che più non si sarebbe potuto in figure grandi quanto il vivo; e che
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