Page 1894 - Giorgio Vasari
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chiamato Tommaso Porta, il quale ha lavorato di marmo
eccellentemente, e particolarmente ha contrafatto teste antiche di
marmo che sono state vendute per antiche, e le maschere l'ha fatte
tanto bene, che nessuno l'ha paragonato, et io ne ho una di sua
mano di marmo posta nel camino di casa mia d'Arezzo, che ogni uno
la crede antica. Costui fece di marmo quanto in naturale le dodici
teste degli imperatori che furono cosa rarissima, le quali papa Giulio
Terzo le tolse e gli fece dono della segnatura d'uno uffizio di scudi
cento l'anno, e tenne non so che mesi le teste in camera sua, come
cosa rara. Le quali, per opera si crede di fra' Guglielmo su detto e
d'altri che l'invidiavano, operorono contra di lui di maniera, che non
riguardando alla degnità del dono fattogli da quel Pontefice gli furono
rimandate a casa, dove poi con miglior condizione gli fur pagate da
mercanti e mandate in Ispagna. Nessuno di questi imitatori delle cose
antiche valse più di costui, del quale m'è parso degno che si faccia
memoria di lui tanto più quanto egli è passato a miglior vita,
lasciando fama e nome della virtù sua.
Ha similmente molte cose lavorato in Roma un Lionardo milanese, il
quale ha ultimamente condotto due statue di marmo, San Piero e San
Paulo, nella cappella del cardinale Giovanni Riccio da Monte Pulciano,
che sono molto lodate e tenute belle e buone figure. Et Iacopo e
Tommaso Casignuola scultori hanno fatto per la chiesa della Minerva
alla cappella de' Caraffi la sepoltura di papa Paulo Quarto, con una
statua di pezzi (oltre agl'altri ornamenti) che rappresenta quel Papa,
col manto di mischio brocatello, et il fregio et altre cose di mischi di
diversi colori, che la rendono maravigliosa. E così veggiamo questa
giunta all'altre industrie degl'ingegni moderni, e che i scultori con i
colori vanno nella scultura imitando la pittura. Il quale sepolcro ha
fatto fare la santità e molta bontà e gratitudine di papa Pio Quinto,
padre e pontefice veramente beatissimo, santissimo e di lunga vita
degnissimo.
Nanni di Baccio Bigio scultore fiorentino, oltre quello che in altri
luoghi s'è detto di lui, dico che nella sua giovanezza sotto Raffaello
da Monte Lupo attese di maniera alla scultura, che diede in alcune
cose piccole, che fece di marmo, gran speranza d'aver a essere