Page 1897 - Giorgio Vasari
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otto spazii: in quattro sono quattro gran nicchie, ciascuna delle quali
riceve un vaso tondo, che alzandosi poco da terra, mezzo entra nella
nicchia e mezzo resta fuora, et in mezzo di ciascun d'essi può
bagnarsi un uomo, venendo l'acqua fredda e calda da un
mascherone, che la getta per le corna e la ripiglia quando bisogna
per bocca. In una dell'altre quatro parti è la porta, e nell'altre tre
sono finestre e luoghi da sedere, e tutte l'otto parti sono divise da
termini che reggono la cornice, dove posa la volta ritonda di tutto il
bagno. Di mezzo alla qual volta pende una gran palla di vetro
cristallino, nella quale è dipinta la sfera del cielo, e dentro essa il
globo della terra, e da questa in alcune parti, quando altri usa il
bagno di notte, viene chiarissimo lume, che rende il luogo luminoso
come fusse di mezzo giorno; lascio di dire il comodo dell'antibagno, lo
spogliatoio, il bagnetto quali son pieni di istucchi, e le pitture
ch'adornano il luogo, per non esser più lungo di quello che bisogni.
Basta, che non son punto disformi a tant'opera. In Milano con ordine
del medesimo Galeazzo s'è fatto il palazzo del signor Tommaso Marini
duca di Terranuova, e per avventura la facciata della fabrica, che si fa
ora di S. Celso, l'auditorio del Cambio in forma ritonda, la già
cominciata chiesa di S. Vittore et altri molti edifizi. Ha mandato
l'istesso dove non è potuto egli esser impersona, disegni per tutta
Italia e fuori, di molti edifizii, palazzi e tempii de' quali non dirò altro:
questo potendo bastare a farlo conoscere per virtuoso e molto
eccellente architetto.
Non tacerò ancora, poiché è nostro italiano, se bene non so il
particolare dell'opere sue, che in Francia, secondo che intendo, è
molto eccellente architetto et in particolare nelle cose di fortificazioni,
Rocco Guerrini da Marradi, il quale in queste ultime guerre di quel
regno ha fatto con suo molto utile et onore molte opere ingegnose e
laudabili.
E così ho in quest'ultimo, per non defraudare niuno del proprio merito
della virtù, favellato d'alcuni scultori et architetti vivi, de' quali non ho
prima avuto occasione di comodamente ragionare.