Page 188 - Giorgio Vasari
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chi e quando fusse edificata. Dico dunque, che essendo il beato
Domenico in Bologna, et essendogli conceduto il luogo di Ripoli fuor
di Firenze, egli vi mandò sotto la cura del beato Giovanni da Salerno
dodici frati: i quali non molti anni dopo vennero in Fiorenza nella
chiesa e luogo di S. Pancrazio, e lì stavano, quando venuto esso
Domenico in Fiorenza, n'uscirono e, come piacque a lui, andarono a
stare nella chiesa di S. Paolo. Poi essendo conceduto al detto beato
Giovanni il luogo di S. Maria Novella con tutti i suoi beni dal legato
del Papa e dal vescovo della città, furono messi in possesso e
cominciarono ad abitare il detto luogo il dì ultimo d'ottobre 1221. E
perché la detta chiesa era assai piccola, e risguardando verso
occidente aveva l'entrata dalla piazza vecchia, cominciarono i frati,
essendo già cresciuti in buon numero e avendo gran credito nella
città, a pensare d'accrescer la detta chiesa e convento. Onde, avendo
messo insieme grandissima somma di danari, e avendo molti nella
città che promettevano ogni aiuto, cominciarono la fabbrica della
nuova chiesa il dì di S. Luca nel 1278, mettendo solennissimamente
la prima pietra de' fondamenti il cardinale Latino degli Orsini legato di
papa Nicola III appresso i Fiorentini. Furono architettori di detta
chiesa fra' Giovanni fiorentino e fra' Ristoro da Campi conversi del
medesimo ordine, i quali rifeciono il ponte alla Carraia e quello di S.
Trinita, rovinati pel diluvio del 1264 il primo dì d'ottobre. La maggior
parte del sito di detta chiesa e convento fu donato ai frati dagli eredi
di messer Jacopo cavaliere de' Tornaquinci. La spesa, come si è
detto, fu fatta parte di limosine, parte de' danari di diverse persone
che aiutarono gagliardamente, e particolarmente con l'aiuto di
frat'Aldobrandino Cavalcanti, il quale fu poi vescovo d'Arezzo, et è
sepolto sopra la porta della Vergine. Costui, dicono che, oltre all'altre
cose, messe insieme con l'industria sua tutto il lavoro e materia che
andò in detta chiesa, la quale fu finita, essendo priore di quel
convento fra' Jacopo Passavanti, che perciò meritò aver un sepolcro di
marmo inanzi alla capella maggiore a man sinistra. Fu consecrata
questa chiesa l'anno 1420 da papa Martino V come si vede in un
epitaffio di marmo nel pilastro destro della capella maggiore, che dice
così: