Page 193 - Giorgio Vasari
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in S. Caterina, dove nel tramezzo della chiesa è appoggiata sopra un
               altare una tavola dentrovi S. Caterina e molte storie in figure piccole
               della sua vita, et in una tavoletta un S. Francesco con molte storie in
               campo d'oro. E nella chiesa di sopra di S. Francesco d'Ascesi, è un
               Crucifisso  di  sua  mano  dipinto  alla  greca,  sopra  un  legno  che

               attraversa  la  chiesa;  le  quali  tutte  opere  furono  in  gran  pregio
               appresso i popoli di quell'età, sebbene oggi da noi non sono stimate,
               se  non  come  cose  vecchie  e  buone  quando  l'arte  non  era,  come  è

               oggi, nel suo colmo.
               E  perché  attese  Margaritone  anco  all'architettura,  sebbene  non  ho

               fatto menzione d'alcune cose fatte col suo disegno, perché non sono
               d'importanza, non tacerò già, che egli, secondo ch'io truovo, fece il
               disegno  e  modello  del  palazzo  de'  Governatori  della  città  d'Ancona
               alla maniera greca l'anno 1270, e, che è più, fece di scultura nella

               facciata principale otto finestre, delle quali ha ciascuna nel vano del
               mezzo due colonne che a mezzo sostengono due archi, sopra i quali
               ha ciascuna finestra una storia di mezzo rilievo, che tiene dai detti
               piccioli  archi  insino  al  sommo  della  finestra:  una  storia,  dico,  del

               Testamento  Vecchio  intagliata  in  una  sorte  di  pietra  ch'è  in  quel
               paese. Sotto le dette finestre sono nella facciata alcune lettere, che
               s'intendono più per discrezione, che perché siano o in buona forma o
               rettamente scritte, nelle quali si legge il millesimo et al tempo di chi

               fu fatta questa opera. Fu anco di mano del medesimo il disegno della
               chiesa di S. Ciriaco d'Ancona.

               Morì  Margaritone  d'anni  LXXVII,  infastidito,  per  quel  che  si  disse,
               d'esser  tanto  vivuto,  vedendo  variata  l'età  e  gl'onori  negl'artefici
               nuovi.  Fu  sepolto  nel  Duomo  vecchio  fuor  d'Arezzo  in  una  cassa  di
               trevertino, oggi andata a male nelle rovine di quel tempio; e gli fu

               fatto questo epitaffio:



               Hic jacet ille bonus pictura Margaritonus,
               cui requiem Dominus tradat ubique pius.



               Il  ritratto  di  Margaritone  era  nel  detto  Duomo  vecchio  di  mano  di
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