Page 1835 - Giorgio Vasari
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Fu concorrente un tempo di Luca, Livio Agresti da Furlì, il quale, fatto
               che ebbe per l'abate de' Grassi nella chiesa dello Spirito Santo alcune
               storie a fresco et alcun'altre opere, si partì di Ravenna et andossene
               a Roma, dove attendendo con molto studio al disegno, si fece buon
               pratico, come si può veder in alcune facciate et altri lavori a fresco,

               che  fece  in  quel  tempo;  e  le  sue  prime  opere,  che  sono  in  Narni,
               hanno  assai  del  buono.  Nella  chiesa  di  Santo  Spirito  di  Roma  ha
               dipinto  a  fresco  in  una  cappella  istorie  e  figure  assai,  che  sono

               condotte  con  molto  studio  e  fatica:  onde  sono  da  ognuno
               meritamente lodate. La quale opera fu cagione, come s'è detto, che
               gli  fusse  allogata  una  delle  storie  minori,  che  sono  sopra  le  porte,
               nella sala de' re nel palazzo di Vaticano, nella quale si portò in modo
               bene, ch'ella può stare a paragone dell'altre.

               Ha fatto il medesimo per lo cardinale d'Augusta sette pezzi di storie

               dipinte  sopra  tela  d'argento,  che  sono  stati  tenuti  bellissimi  in
               Ispagna, dove sono stati dal detto Cardinale mandati a donare al re
               Filippo per paramento d'una stanza. Un'altra tela d'argento simile ha
               dipinto nella medesima maniera, la quale si vede oggi nella chiesa

               de'  Chietini  in  Furlì;  finalmente  essendosi  fatto  buono  e  fiero
               disegnatore, pratico coloritore, copioso ne' componimenti delle storie
               e di maniera universale, è stato condotto con buona provisione dal
               sopra  detto  Cardinale  in  Augusta,  dove  va  facendo  continuamente

               opere degne di molta lode. Ma è rarissimo in alcune cose, fra gl'altri
               di Romagna, Marco da Faenza (che così, e non altrimenti è chiamato)
               per ciò che è pratico oltre modo nelle cose a fresco, fiero, risoluto e
               terribile, e massimamente nella pratica e maniera di far grottesche,

               non  avendo  in  ciò  oggi  pari  né  chi  alla  sua  perfezzione  aggiunga.
               Delle  costui  opere  si  vede  per  tutta  Roma;  et  in  Fiorenza  è  di  suo
               mano  la  maggior  parte  degl'ornamenti  di  venti  diverse  stanze  che
               sono nel palazzo ducale, e le fregiature del palco della sala maggiore

               di detto palazzo, stato dipinto da Giorgio Vasari, come si dirà a suo
               luogo  pienamente,  senzaché  gl'ornamenti  del  principale  cortile  di
               detto palazzo fatti per la venuta della reina Giovanna in poco tempo,
               furono in gran parte condotti dal medesimo. E questo basti di Marco,

               essendo ancor vivo et in sul più bello d'acquistare et operare.
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