Page 163 - Giorgio Vasari
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maggiore, la vita, perché sebbene l'opere sue non s'appressano a
gran pezzo alla perfezzione delle case d'oggi, egli merita nondimeno
essere con amorevole memoria celebrato, avendo egli fra tante
tenebre mostrato a quelli che sono stati dopo sé, la via di caminare
alla perfezzione.
Il ritratto d'Arnolfo si vede di mano di Giotto in S. Croce a lato alla
capella maggiore, dove i frati piangono la morte di S. Francesco, nel
principio della storia in uno d'i due uomini che parlano insieme. Et il
ritratto della chiesa di S. Maria del Fiore, cioè del di fuori con la
cupola, si vede di mano di Simon sanese nel capitolo di S. Maria
Novella, ricavato dal proprio di legname che fece Arnolfo. Nel che si
considera, che egli aveva pensato di voltare imediate la tribuna in su
le spalle al finimento della prima cornice: là dove Filippo di ser
Brunelesco per levarle carico e farla più svelta, vi aggiunse prima che
cominciasse a voltarla, tutta quell'altezza dove oggi sono gl'occhi: la
qual cosa sarebbe ancora più chiara di quello che ella è, se la poca
cura e diligenza di chi ha governato l'Opera di S. Maria del Fiore negli
anni addietro, non avesse lasciato andar male l'istesso modello che
fece Arnolfo, e dipoi quello del Brunellesco e degli altri.
Cominciò il detto Arnolfo in Santa Maria Maggiore di Roma la
sepoltura di papa Onorio Terzo di casa Savella, la quale lasciò
imperfetta con il ritratto del detto Papa, il quale con il suo disegno fu
posto poi nella cappella maggiore di musaico in San Paolo di Roma,
con il ritratto di Giovanni Gaetano abate di quel monasterio.
E la cappella di marmo, dove è il presepio di Jesù Cristo, fu delle
ultime sculture di marmo che facesse mai Arnolfo, che la fece ad
istanzia di Pandolfo Ipotecorvo l'anno dodici, come ne fa fede un
epitaffio che è nella facciata allato [di] detta cappella; e parimente la
cappella e sepolcro di papa Bonifazio Ottavo in San Piero di Roma,
dove è scolpito il medesimo nome d'Arnolfo che la lavorò.
IL FINE DELLA VITA D'ARNOLFO