Page 1648 - Giorgio Vasari
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VITA DI DANIELLO RICCIARELLI DA VOLTERRA PITTORE E
SCULTORE
Avendo Daniello quando era giovanetto imparato alquanto a
disegnare da Giovanni Antonio Soddoma, il quale andò a fare in quel
tempo alcuni lavori in quella città, partito che si fu, fece esso Daniello
molto migliore e maggiore acquisto sotto Baldassarre Peruzzi che
sotto la disciplina di esso Soddoma fatto non aveva. Ma per vero dire,
con tutto ciò, non fece per allora gran riuscita, e questo perciò che
quanto metteva fatica e studio, spinto da una gran voglia in cercando
d'apparare, altre tanto all'incontro il serviva poco l'ingegno e la mano.
Onde nelle sue prime opere che fece in Volterra si conosce una
grandissima, anzi infinita fatica, ma non già principio di bella e gran
maniera, né vaghezza, né grazia, né invenzione, come si è veduto a
buon'ora in molti altri che sono nati per essere dipintori, i quali hanno
mostro anco ne' primi principii, facilità, fierezza e saggio di qualche
buona maniera. Anzi le prime cose di costui mostrano essere state
fatte veramente da un malinconico, essendo piene di stento e
condotte con molta pazienza e lunghezza di tempo.
Ma venendo alle sue opere, per lasciar quelle delle quali non è da far
conto, fece nella sua giovanezza in Volterra a fresco la facciata di
Messer Mario Maffei, di chiaro scuro, che gli diede buon nome e gli
acquistò molto credito. La quale, poi che ebbe finita, vedendo non
aver quivi concorrenza che lo spignesse a cercare di salire a miglior
grada e non essere in quella città opere, né antiche, né moderne,
dalle quali potesse molto imparare, si risolvette di andare per ogni
modo a Roma, dove intendeva che allora non erano molti che
attendessero alla pittura, da Perino del Vaga in fuori. Ma prima che
partisse, andò pensando di voler portare alcun'opera finita che lo
facesse conoscere, e così, avendo fatto in una tela un Cristo a olio
battuto alla colonna con molte figure, e messovi in farlo tutta quella
diligenza che è possibile, servendosi di modelli e ritratti dal vivo, lo
portò seco. E giunto in Roma, non vi fu stato molto, che per mezzo