Page 1615 - Giorgio Vasari
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volere  così  favorire  lo  studio  di  queste  nobili  arti,  come  avea  fatto
               quello  delle  lettere,  avendo  riaperto  lo  studio  di  Pisa,  creato  un
               collegio  di  scolari  e  dato  principio  all'Accademia  fiorentina,  lo  trovò
               tanto disposto ad aiutare e favorire questa impresa quanto più non
               arebbe saputo disiderare. Dopo queste cose avendo i frati de' Servi

               meglio  pensato  al  fatto,  si  risolverono,  e  lo  fecero  intendere  alla
               Compagnia, di non volere che il detto capitolo servisse loro se non
               per farvi feste, uffici e seppellire, e che in niun altro modo volevano

               avere,  mediante  le  loro  tornate  e  ragunarsi,  quella  servitù  nel  loro
               convento.  Di  che  avendo  parlato  Giorgio  col  Duca  e  chiestogli  un
               luogo, sua eccellenza disse avere pensato di accomodarne loro uno,
               dove non solamente potrebbono edificare una Compagnia, ma avere
               largo campo di mostrare, lavorando, la virtù loro. E poco dopo scrisse

               e  fece  intendere  per  Messer  Lelio  Torelli  al  priore  e  monaci
               degl'Angeli che accomodassono la detta Compagnia del tempio stato
               cominciato  nel  loro  monasterio  da  Filippo  Scolari  detto  lo  Spano.

               Ubbidirono  i  frati  e  la  Compagnia  fu  accomodata  d'alcune  stanze,
               nelle  quali  si  ragunò  più  volte,  con  buona  grazia  di  que'  padri  che
               anco  nel  loro  capitolo  proprio  gl'accettarono  alcune  volte  molto
               cortesemente. Ma essendo poi detto al signor Duca che alcuni di detti
               monaci  non  erano  del  tutto  contenti  che  là  entro  si  edificasse  la

               Compagnia,  perché  il  monasterio  arebbe  quella  servitù  et  il  detto
               tempio, il quale dicevano volere con l'opere loro fornire, si starebbe
               quanto  a  loro  a  quel  modo,  sua  eccellenza  fece  sapere  agl'uomini

               dell'Accademia, che già aveva avuto principio et avea fatta la festa di
               San  Luca  nel  detto  tempio,  che  poiché  i  monaci,  per  quanto
               intendeva,  non  molto  di  buonavoglia  gli  volevano  in  casa,  che  non
               mancherebbe di proveder loro un altro luogo. Disse oltre ciò il detto
               signor Duca, come principe veramente magnanimo che è, non solo

               voler favorire sempre la detta Accademia, ma egli stesso esser capo,
               guida  e  protettore  e  che  per  ciò  crearebbe,  anno  per  anno,  un
               luogotenente che in sua vece intervenisse a tutte le tornate. E così

               facendo  per  lo  primo  elesse  il  reverendo  don  Vincenzio  Borghini,
               spedalingo  degl'Innocenti,  delle  quali  grazie  et  amorevolezze
               mostrate  dal  signor  Duca  a  questa  sua  nuova  Accademia  fu
               ringraziato da dieci de' più vecchi et eccellenti di quella; ma perché
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