Page 1597 - Giorgio Vasari
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che più conduceva egli solo in un giorno che in due non facevono i

               maestri  più  pratichi  e  vecchi.  Onde  fece  dare  a  lui  fanciullo  il
               medesimo salario che essi attempati tiravano.

               Fermandosi poi quelle fabriche l'anno 1527 per la peste e per altre
               ragioni, Agnolo non sapendo che altro farsi, se n'andò a Poggibonzi,
               là  onde  avevano  avuto  origine  i  suoi,  padre  et  avolo,  e  quivi  con

               Messer  Giovanni  Norchiati  suo  zio,  persona  religiosa  e  di  buone
               lettere,  si  trattenne  un  pezzo,  non  facendo  altro  che  disegnare  e
               studiare. Ma venutagli poi volontà, veggendo il mondo sotto sopra,
               d'essere religioso e d'attendere alla quiete e salute dell'anima sua, se

               n'andò  a  l'eremo  di  Camaldoli,  dove  provando  quella  vita  e  non
               patendo  que'  disagi  e  digiuni  et  astinenze  di  vita,  non  si  fermò
               altrimenti. Ma tuttavia nel tempo che vi dimorò, fu molto grato a que'
               padri  perché  era  di  buona  condizione,  et  in  detto  tempo  il  suo

               trattenimento  fu  intagliare  in  capo  d'alcune  mazze,  o  vero  bastoni,
               che que' santi padri portano quando vanno da Camaldoli all'ermo, o
               altrimenti a diporto per la selva quando si dispensa il silenzio, teste
               d'uomini e di diversi animali, con belle e capricciose fantasie. Partito

               dall'eremo con licenzia e buona grazia del maggiore et andatosene
               alla  Vernia,  come  quelli  che  ad  ogni  modo  era  tirato  a  essere
               religioso,  vi  stette  un  pezzo,  seguitando  il  coro  e  conversando  con
               que'  padri.  Ma  né  anco  quella  vita  piacendogli,  dopo  avere  avuto

               informazioni  del  vivere  di  molte  religioni  in  Fiorenza  et  in  Arezzo,
               dove  andò  partendosi  dalla  Vernia,  et  in  niun'altra  potendosi
               accomodare in modo, che gli fusse comodo attendere al disegno et
               alla  salute  dell'anima,  si  fece  finalmente  frate  negl'Ingesuati  di

               Firenze, fuor della porta Pinti, e fu da loro molto volentieri ricevuto
               con speranza, attendendo essi alle finestre di vetro, che egli dovesse
               in ciò essere loro di molto aiuto e comodo. Ma non dicendo que' padri
               messa secondo l'uso del vivere e Regola loro, e tenendo per ciò un

               prete che la dica ogni mattina, avevano allora per capellano un fra'
               Martino dell'Ordine de' Servi, persona d'assai buon giudizio e costumi.
               Costui  dunque,  avendo  conosciuto  l'ingegno  del  giovane  e
               considerato che poco poteva esercitarlo fra que' padri che non fanno

               altro  che  dire  paternostri,  fare  finestre  di  vetro,  stillare  acqua,
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