Page 1544 - Giorgio Vasari
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figure  in  ginocchioni,  cioè  San  Francesco  e  San  Ieronimo;  fecevi
               ancora un bellissimo paese molto simile al Sasso della Vernia, dove
               San  Francesco  ebbe  le  stimmate,  e  sopra  la  capanna  alcuni  Angeli
               che cantano, e tutta l'opera fu di colorito molto bello e che ha assai
               rilievo.

               Nel medesimo tempo, fatta una tavola che andò a Pistoia, mise mano

               a due altre per la Compagnia di S. Zanobi, che è a canto alla canonica
               di  Santa  Maria  del  Fiore,  le  quali  avevano  a  mettere  in  mezzo  la
               Nunziata  che  già  vi  fece,  come  si  disse  nella  sua  vita,  Mariotto
               Albertinelli.  Condusse  dunque  Ridolfo  a  fine  con  molta  sodisfazione

               degl'uomini di quella Compagnia le due tavole, facendo in una San
               Zanobi che risuscita nel borgo degl'Albizi di Fiorenza un fanciullo, che
               è  storia  molto  pronta  e  vivace,  per  esservi  teste  assai  ritratte  di
               naturale et alcune donne che mostrano vivamente allegrezza e stupor

               nel  vedere  risuscitare  il  putto  e  tornargli  lo  spirito,  e  nell'altra  è
               quando  da  sei  vescovi  è  portato  il  detto  San  Zanobi  morto  da  San
               Lorenzo, dove era prima sotterrato, a Santa Maria del Fiore e che,
               passando per la piazza di San Giovanni, un olmo che vi era secco,

               dove è oggi per memoria del miracolo una colonna di marmo con una
               croce sopra, rimise subito, che fu per voler di Dio tocco dalla cassa
               dove era il corpo santo, le frondi e fece fiori. La quale pittura non fu
               men bella che l'altre sopra dette di Ridolfo; e perché queste opere

               furono da questo pittore fatte vivendo ancor Davit suo zio, n'aveva
               quel  buon  vecchio  grandissimo  contento  e  ringraziava  Dio  d'esser
               tanto  vivuto,  che  vedea  la  virtù  di  Domenico  quasi  risorgere  in
               Ridolfo.  Ma  finalmente  essendo  d'anni  settantaquattro,  mentre  si

               apparecchiava  così  vecchio  per  andare  a  Roma  a  prendere  il  santo
               giubileo, s'ammalò e morì l'anno 1525, e da Ridolfo ebbe sepoltura in
               Santa Maria Novella, dove gl'altri Ghirlandai. Avendo Ridolfo un suo
               fratello  negl'Angeli  di  Firenze,  luogo  de'  monaci  di  Camaldoli,

               chiamato don Bartolomeo, il quale fu religioso veramente costumato
               e  da  bene,  Ridolfo,  che  molto  l'amava,  gli  dipinse  nel  chiostro  che
               risponde  in  sull'orto,  cioè  nella  loggia  dove  sono  di  mano  di  Paulo
               Ucello dipinte di verdaccio le storie di San Benedetto, entrando per la

               porta  dell'orto  a  man  ritta,  una  storia  dove  il  medesimo  santo
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