Page 1543 - Giorgio Vasari
P. 1543

chiamato da papa Giulio Secondo, gli lasciò a finire il panno azzurro

               et altre poche cose che mancavano al quadro d'una Madonna che egli
               avea  fatta  per  alcuni  gentiluomini  sanesi,  il  qual  quadro,  finito  che
               ebbe Ridolfo con molta diligenza, lo mandò a Siena. E non fu molto
               dimorato  Raffaello  a  Roma,  che  cercò  per  molte  vie  di  condurre  là

               Ridolfo, ma non avendo mai perduta colui la cupola di veduta (come
               si dice), né sapendosi arrecare a vivere fuor di Fiorenza, non accettò
               mai partito che diverso o contrario al suo vivere di Firenze gli fusse

               proposto.
               Dipinse Ridolfo nel monasterio delle monache di Ripoli due tavole a

               olio: in una la coronazione di Nostra Donna e nell'altra una Madonna
               in mezzo a certi Santi; nella chiesa di San Gallo fece in una tavola
               Cristo che porta la croce, con buon numero di soldati e la Madonna et
               altre  Marie  che  piangono  insieme  con  Giovanni,  mentre  Veronica

               porge  il  sudario  a  esso  Cristo,  con  prontezza  e  vivacità.  La  quale
               opera, in cui sono molte teste bellissime, ritratte dal vivo e fatte con
               amore, acquistò gran nome a Ridolfo: vi è ritratto suo padre et alcuni
               garzoni che stavano seco, e de' suoi amici il Poggino, lo Scheggia et il

               Nunziata che è una testa vivissima. Il quale Nunziata, se bene era
               dipintore  di  fantocci,  era  in  alcune  cose  persona  rara  e
               massimamente nel fare fuochi lavorati e le girandole che si facevano
               ogni anno per San Giovanni; e perché era costui persona burlevole e

               faceta,  aveva  ognuno  gran  piacere  in  conversando  con  esso  lui.
               Dicendogli una volta un cittadino che gli dispiacevano certi dipintori
               che non sapevano fare se non cose lascive e che perciò desiderava,
               che  gli  facesse  un  quadro  di  Madonna  che  avesse  l'onesto,  fusse

               attempata e non movesse a lascivia, il Nunziata gliene dipinse una
               con  la  barba;  un  altro  volendogli  chiedere  un  Crucifisso  per  una
               camera terrena, dove abitava la state, e non sapendo dire se non: "Io
               vorrei  un  Crucifisso  per  la  state",  il  Nunziata,  che  lo  scorse  per  un

               goffo, gliene fece uno in calzoni. Ma tornando a Ridolfo, essendogli
               dato a fare per il monasterio di Cestello in una tavola la Natività di
               Cristo,  affaticandosi  assai  per  superare  gl'emuli  suoi,  condusse
               quell'opera con quella maggior fatica e diligenza che gli fu possibile,

               facendovi la Madonna che adora Cristo fanciullo, San Giuseppo e due
   1538   1539   1540   1541   1542   1543   1544   1545   1546   1547   1548