Page 1542 - Giorgio Vasari
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Essendo poi stato Benedetto parecchi anni in Francia, dove lavorò,
guadagnò assai e se ne tornò a Firenze con molti privilegii e doni
avuti da quel re in testimonio della sua virtù, e finalmente avendo
atteso non solo alla pittura, ma anco alla milizia, si morì d'anni 50. E
Davitte, ancora che molto disegnasse e lavorasse, non però passò di
molto Benedetto, e ciò potette avenire, dallo star troppo bene e dal
non tenere fermo il pensiero all'arte, la quale non è trovata se non da
chi la cerca, e trovata non vuole essere abbandonata, perché si
fugge. Sono di mano di Davitte nell'orto de' monaci degl'Angeli di
Firenze, in testa della viottola, che è dirimpetto alla porta che va in
detto orto, due figure a fresco a' piè d'un Crucifisso, cioè San
Benedetto e San Romualdo, et alcun'altre cose simili poco degne che
di loro si faccia alcuna memoria. Ma non fu poco, poiché non volle
Davitte attendere all'arte, che vi facesse attendere con ogni studio e
per quella incaminasse Ridolfo, figliuolo di Domenico e suo nipote;
conciò fusse che, essendo costui, il quale era a custodia di Davitte,
giovinetto di bell'ingegno, fugli messo a esercitare la pittura e datogli
ogni commodità di studiare dal zio, il quale si pentì tardi di non avere
egli studiatola, ma consumato il tempo dietro al musaico.
Fece Davit sopra un grosso quadro di noce, per mandarla al re di
Francia, una Madonna di musaico con alcuni Angeli attorno, che fu
molto lodata; e dimorando a Montaione, castello di Valdelsa, per aver
quivi commodità di vetri, di legnami e di fornaci, vi fece molte cose di
vetri e musaici, e particolarmente alcuni vasi che furono donati al
Magnifico Lorenzo Vecchio de' Medici, e tre teste, cioè di San Piero e
San Lorenzo e quella di Giuliano de' Medici in una tegghia di rame, le
quali son oggi in guardaroba del Duca. Rifoldo intanto, disegnando al
cartone di Michelagnolo, era tenuto de' migliori disegnatori che vi
fussero e perciò molto amato da ognuno, e particolarmente da
Raffaello Sanzio da Urbino, che in quel tempo, essendo anch'egli
giovane di gran nome, dimorava in Fiorenza, come s'è detto, per
imparare l'arte.
Dopo aver Ridolfo studiato al detto cartone, fatto che ebbe buona
pratica nella pittura sotto fra' Bartolomeo di San Marco, ne sapea già
tanto, a giudizio de' migliori, che dovendo Raffaello andare a Roma,