Page 1535 - Giorgio Vasari
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fare  il  medesimo  a  una  magnifica  sala,  che  già  molti  anni  sono  fu
               cominciata in piazza con grandissima spesa e fatta condurre sopra un
               teatro di colonne grandi, sotto il quale si passeggia. È lunga questa
               sala  a  sessantadue  passi  andanti,  larga  trentacinque  et  alta
               similmente  nel  colmo  della  sua  maggiore  altezza  braccia

               trentacinque, ancor ch'ella paia molto maggiore, essendo per tutti i
               versi isolata e senza alcuna stanza o altro edifizio intorno. Nel palco
               adunque di questa magnifica et onoratissima sala si sono i detti due

               fratelli molto adoperati e con loro grandissima lode, avendo a' cavagli
               di  legname  che  son  di  pezzi  con  spranghe  di  ferri  i  quali  sono
               grandissimi e bene armati, e fatto centina al tetto che è coperto di
               piombo,  e  fatto  tornare  il  palco  con  bell'artifizio  a  uso  di  volta  a
               schifo, che è opera ricca; ma è ben vero che in sì gran spazio non

               vanno se non tre quadri di pitture a olio di braccia dieci l'uno, i quali
               dipigné  Tiziano  vecchio,  dove  ne  sarebbono  potuti  andar  molti  più
               con più bello e proporzionato e ricco spartimento, che arebbono fatto

               molto più bella, ricca e lieta la detta sala, che è in tutte l'altre parti
               stata fatta con molto giudizio.

               Ora,  essendosi  in  questa  parte  favellato  insin  qui  degl'artefici  del
               disegno delle città di Lombardia, non fia se non bene, ancor che se
               ne sia in molti altri luoghi di questa nostr'opera favellato, dire alcuna
               cosa di quelli della città di Milano, capo di quella provincia, de' quali

               non si è fatta menzione. Adunque, per cominciarmi da Bramantino,
               del quale si è ragionato nella vita di Piero della Francesca dal Borgo,
               io truovo che egli ha molte più cose lavorato di quelle che abbiamo
               raccontato  di  sopra;  e  nel  vero,  non  mi  pareva  possibile  che  un

               artefice  tanto  nominato  et  il  quale  mise  in  Milano  il  buon  disegno,
               avesse fatto sì poche opere quante quelle erano che mi erano venute
               a notizia. Poi, dunque, che ebbe dipinto in Roma, come s'è detto, per
               papa Nicola Quinto alcune camere e finito in Milano sopra la porta di

               San Sepolcro il Cristo in iscorto, la Nostra Donna che l'ha in grembo,
               la  Maddalena  e  San  Giovanni,  che  fu  opera  rarissima,  dipinse  nel
               cortile  della  Zecca  di  Milano  a  fresco  in  una  facciata  la  Natività  di
               Cristo  nostro  Salvatore  e  nella  chiesa  di  Santa  Maria  di  Bara,  nel

               tramezzo,  la  natività  della  Madonna  et  alcuni  Profeti  negli  sportelli
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