Page 147 - Giorgio Vasari
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a fresco la chiesa di sopra, e nella tribuna maggiore fece sopra il coro
in quattro facciate alcune storie della Nostra Donna, cioè la morte,
quando è da Cristo portata l'anima di lei in cielo sopra un trono di
nuvole, e quando in mezzo a un coro d'Angeli la corona, essendo da
piè gran numero di Santi e Sante, oggi dal tempo e dalla polvere
consumati. Nelle crociere poi delle volte di detta chiesa, che sono
cinque, dipinse similmente molte storie. Nella prima sopra il coro fece
i quattro Evangelisti maggiori del vivo, e così bene, che ancor oggi si
conosce in loro assai del buono; e la freschezza de' colori nelle carni,
mostrano che la pittura cominciò a fare, per le fatiche di Cimabue,
grande acquisto nel lavoro a fresco. La seconda crociera fece piena di
stelle d'oro in campo d'azzurro oltramarino. Nella terza fece in alcuni
tondi Gesù Cristo, la Vergine sua madre, S. Giovanni Battista, e S.
Francesco, cioè in ogni tondo una di queste figure, et in ogni quarto
della volta un tondo. E fra questa e la quinta crociera dipinse la
quarta di stelle d'oro, come di sopra, in azzurro d'oltramarino. Nella
quinta dipinse i quattro Dottori della Chiesa, et appresso a ciascuno
di loro una delle quattro prime religioni; opera certo faticosa e
condotta con diligenza infinita.
Finite le volte, lavorò pure in fresco le facciate di sopra della banda
manca di tutta la chiesa, facendo verso l'altar maggiore fra le finestre
et insino alla volta otto storie del Testamento Vecchio, cominciandosi
dal principio del Genesi, e seguitando le cose più notabili. E nello
spazio che è intorno alle finestre insino a che le terminano in sul
corridore che gira intorno dentro al muro della chiesa, dipinse il
rimanente del Testamento Vecchio in altre otto storie. E dirimpetto a
quest'opera in altre sedici storie, ribattendo quelle, dipinse i fatti di
Nostra Donna e di Gesù Cristo. E nella facciata da piè sopra la porta
principale e intorno all'occhio della chiesa, fece l'ascendere di lei in
cielo, e lo Spirito Santo che discende sopra gl'Apostoli. La qual opera
veramente grandissima e ricca e benissimo condotta dovette, per mio
giudizio, fare in quei tempi stupire il mondo, essendo massimamente
stata la pittura tanto tempo in tanta cecità; et a me, che l'anno 1563
la rividi, parve bellissima, pensando come in tante tenebre potesse
veder Cimabue tanto lume. Ma di tutte queste pitture (al che si deve