Page 146 - Giorgio Vasari
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facciata dinanzi che ha in mezzo la porta principale, da un lato la
Vergine Annunziata da l'Angelo, e da l'altro Gesù Cristo con Cleofas e
Luca, figure grandi quanto il naturale, levò via quella vecchiaia,
facendo in quest'opra, i panni, e le vesti, e l'altre cose un poco più
vive, e naturali, e più morbide che la maniera di que' Greci, tutta
piena di linee e di proffili così nel musaico come nelle pitture; la qual
maniera scabrosa e goffa et ordinaria avevano, non mediante lo
studio, ma per una cotal usanza insegnato l'uno all'altro per molti e
molti anni i pittori di que' tempi, senza pensar mai a migliorare il
disegno, a bellezza di colorito, o invenzione alcuna che buona fusse.
Essendo dopo quest'opera richiamato Cimabue dallo stesso guardiano
che gl'aveva fatto fare l'opere di S. Croce, gli fece un Crocifisso
grande in legno che ancora oggi si vede in chiesa; la quale opera fu
cagione, parendo al guardiano esser stato servito bene, che lo
conducesse in S. Francesco di Pisa loro convento, a fare in una tavola
un S. Francesco, che fu da que' popoli tenuto cosa rarissima,
conoscendosi in esso un certo che più di bontà, e nell'aria della testa
e nelle pieghe de' panni, che nella maniera greca non era stata usata
in sin allora da chi aveva alcuna cosa lavorato non pur in Pisa, ma in
tutta Italia. Avendo poi Cimabue per la medesima chiesa fatto in una
tavola grande l'immagine di Nostra Donna col Figliuolo in collo, e con
molti Angeli intorno pur in campo d'oro, ella fu dopo non molto tempo
levata di dove ell'era stata collocata la prima volta, per farvi l'altare
di marmo che vi è al presente, e posta dentro alla chiesa allato alla
porta a man manca; per la quale opera fu molto lodato e premiato
da' Pisani. Nella medesima città di Pisa fece a richiesta dell'abbate
allora di S. Paolo in Ripa d'Arno, in una tavoletta una S. Agnesa, et
intorno a essa, di figure piccole, tutte le storie della vita di lei; la qual
tavoletta è oggi sopra l'altare delle Vergini in detta chiesa.
Per queste opere, dunque, essendo assai chiaro per tutto il nome di
Cimabue, egli fu condotto in Ascesi, città dell'Umbria, dove in
compagnia d'alcuni maestri greci dipinse nella chiesa di sotto di S.
Francesco parte delle volte, e nelle facciate la vita di Gesù Cristo e
quella di S. Francesco, nelle quali pitture passò di gran lunga que'
pittori greci; onde cresciutogli l'animo, cominciò da sé solo a dipigner