Page 1397 - Giorgio Vasari
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finalmente venuto e ricevuto da sua eccellenza illustrissima e dal
detto Messer Sforza con molte carezze, si cominciò a ragionare di chi
potesse essere il caso a condurre la detta facciata. Per che, non
lasciando Giorgio fuggire l'occasione, disse a Messer Sforza che niuno
era più atto a condurre quell'opera che Cristofano e che né in quella,
né parimente nell'opere che si avevano a fare in palazzo, potea fare
senza l'aiuto di lui. Laonde, avendo di ciò parlato Messer Sforza al
Duca, dopo molte informazioni trovatosi che il peccato di Cristofano
non era sì grave come era stato dipinto, fu da sua eccellenza il
cattivello finalmente ribenedetto. La qual nuova avendo avuta il
Vasari, che era in Arezzo a rivedere la patria e gl'amici, mandò subito
uno a posta a Cristofano, che di ciò niente sapeva, a dargli sì fatta
nuova. All'avuta della quale fu per allegrezza quasi per venir meno;
tutto lieto adunque, confessando niuno avergli mai voluto meglio del
Vasari, se n'andò la mattina vegnente da Città di Castello al Borgo,
dove, presentate le lettere della sua liberazione al commessario, se
n'andò a casa del padre, dove la madre, et il fratello che molto
innanzi si era ribandito, stupirono. Passati poi due giorni se n'andò ad
Arezzo, dove fu ricevuto da Giorgio con più festa che se fusse stato
suo fratello, come quelli che da lui si conoscea tanto amato, che era
risoluto voler fare il rimanente della vita con esso lui. D'Arezzo poi
venuti ambidue a Firenze, andò Cristofano a baciar le mani al Duca, il
quale lo vide volentieri e restò maravigliato, perciò che, dove avea
pensato veder qualche gran bravo, vide un omicciatto il migliore del
mondo. Similmente essendo molto stato carezzato da Messer Sforza,
che gli pose amor grandissimo, mise mano Cristofano alla detta
facciata, nella quale, perché non si poteva ancor lavorare in palazzo,
gl'aiutò Giorgio, pregato da lui, a fare per le facciate alcuni disegni
delle storie, disegnando anco tal volta nell'opera sopra la calcina di
quelle figure che vi sono. Ma se bene vi sono molte cose ritocche dal
Vasari, tutta la facciata nondimeno e la maggior parte delle figure e
tutti gl'ornamenti, festoni et ovati grandi, sono di mano di Cristofano,
il quale, nel vero, come si vede, valeva tanto nel maneggiar i colori in
fresco che si può dire, e lo confessa il Vasari, che ne sapesse più di
lui. E se si fusse Cristofano, quando era giovanetto, essercitato