Page 1402 - Giorgio Vasari
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putti ignudi, che volando s'intrecciano per aria. E per ultimo nei
basamenti da basso, sotto tutte le storie, fece il medesimo Cristofano
l'impresa di esso Messer Sforza, cioè alcune aguglie o vero piramidi
triangolari che posano sopra tre palle, con un motto intorno che dice:
"Inmobilis". La quale opera finita fu infinitamente lodata da sua
eccellenza e da esso Messer Sforza, il quale come gentilissimo e
cortese, voleva con un donativo d'importanza ristorare la virtù e
fatica di Cristofano, ma egli nol sostenne, contentandosi e
bastandogli la grazia di quel signore, che sempre l'amò quanto più
non saprei dire.
Mentre che quest'opera si fece, il Vasari, sì come sempre avea fatto
per l'adietro, tenne con esso seco Cristofano in casa del signor
Bernardetto de' Medici al quale, perciò che vedeva quanto si dilettava
della pittura, fece esso Cristofano in un canto del giardino due storie
di chiaro scuro: l'una fu il rapimento di Proserpina e l'altra Vertunno e
Pomona dèi dell'agricoltura, et oltre ciò fece in quest'opera Cristofano
alcuni ornamenti di termini e putti tanto belli e varii, che non si può
veder meglio. Intanto essendosi dato ordine in palazzo di cominciare
a dipignere, la prima cosa a che si mise mano fu una sala delle
stanze nuove, la quale, essendo larga braccia venti e non avendo
disfogo, secondo che l'aveva fatta il Tasso, più di nove braccia, con
bella invenzione fu alzata tre, cioè insino a dodici in tutto, dal Vasari
senza muovere il tetto, che era la metà a padiglione. Ma perché in ciò
fare, prima che si potesse dipignere andava molto tempo in rifare i
palchi et altri lavori di quella e d'altre stanze, ebbe licenza esso
Vasari d'andare a starsi in Arezzo due mesi insieme con Cristofano,
ma non gli venne fatto di potere in detto tempo riposarsi, conciò sia
che non poté mancare di non andare in detto tempo a Cortona, dove
nella Compagnia del Gesù dipinse la volta e le facciate in fresco
insieme con Cristofano, che si portò molto bene, e massimamente in
dodici sacrificii variati del Testamento Vecchio, i quali fecero nelle
lunette fra i peducci delle volte. Anzi per meglio dire fu quasi tutta
questa opera di mano di Cristofano, non avendovi fatto il Vasari che
certi schizzi, disegnato alcune cose sopra la calcina e poi ritocco tal
volta alcuni luoghi, secondo che bisognava. Fornita quest'opera che