Page 118 - Giorgio Vasari
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Ècci un'altra sorte di lavori in argento o in oro, comunemente
chiamata smalto, che è spezie di pittura mescolata con la scultura; e
serve dove si mettono l'acque, sì che gli smalti restino in fondo.
Questa dovendosi lavorare in su l'oro ha bisogno d'oro finissimo et in
su l'argento, argento almeno a lega di giulii; et è necessario questo
modo, perché lo smalto ci possa restare e non iscorrere altrove che
nel suo luogo: bisogna lasciarli i profili di argento, che di sopra sian
sottili e non si vegghino. Così si fa un rilievo piatto, et in contrario
all'altro, acciò che mettendovi gli smalti, pigli gli scuri e' chiari di
quello dall'altezza e dalla bassezza dell'intaglio. Pigliasi poi smalti di
vetri di varii colori che diligentemente si fermino col martello, e si
tengono negli scodellini con acqua chiarissima, separati e distinti
l'uno dall'altro. E quegli che si adoperano all'oro sono differenti da
quelli che servono per l'argento, e si conducono in questa maniera:
con una sottilissima palettina d'argento si pigliano separatamente gli
smalti, e con pulita pulitezza si distendono a' luoghi loro, e vi se ne
mette e rimette sopra, secondo che ragnano, tutta quella quantità
che fa di mestiero. Fatto questo, si prepara una pignatta di terra fatta
aposta, che per tutto sia piena di buchi et abbia una bocca dinanzi, e
vi si mette dentro la mufola, cioè un coperchietto di terra bucato, che
non lasci cadere i carboni a basso, e dalla mufola in su si empie di
carboni di cerro, e si accende ordinariamente. Nel vòto che è restato
sotto il predetto coperchio, in su una sottilissima piastra di ferro si
mette la cosa smaltata a sentire il caldo a poco a poco, e vi si tiene
tanto, che, fondendosi, gli smalti scorrino per tutto quasi come acqua.
Il che fatto, si lascia rafreddare, e poi con una frassinella, ch'è una
pietra da dare filo ai ferri, e con rena da bicchieri si sfrega, e con
acqua chiara, finché si truovi il suo piano. E quando è finito di levare
il tutto, si rimette nel fuoco medesimo, acciò il lustro nello scorrere
l'altra volta vada per tutto. Fassene d'un'altra sorte a mano, che si
pulisce con gesso di Tripoli e con un pezzo di cuoio, del quale non
accade fare menzione; ma di questo l'ho fatta, perché essendo opra
di pittura, come le altre, m'è paruto a proposito.