Page 1149 - Giorgio Vasari
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del gran sacerdote di Ierosolima, lo adora, che non figure da stupire e
               che  non  è  possibile  far  meglio;  e  Michelagnolo  Buonarroti  stesso
               guardandole, presente Giorgio Vasari, disse che era venuto l'ora della
               morte nell'arte perciò che non si poteva veder meglio.

               Costui fé per papa Iulio Terzo la sua medaglia l'anno santo 1550, con
               un rovescio di que' prigioni che al tempo degli antichi erano ne' lor

               giubilei liberati, che fu bellissima e rara medaglia, con molti altri conii
               e ritratti per le zecche di Roma, la quale ha tenuta esercitata molti
               anni.  Ritrasse  Pierluigi  Farnese  duca  di  Castro,  il  duca  Ottavio  suo
               figliuolo, et al cardinale Farnese fece in una medaglia il suo ritratto:

               cosa  rarissima,  ché  la  testa  fu  d'oro  e  'l  campo  d'argento.  Costui
               condusse  la  testa  del  re  Arrigo  di  Francia  per  il  cardinale  Farnese
               della grandezza più d'un giulio in una corniuola, incavò d'intaglio in
               cavo che è stato uno de' più begli intagli moderni che si sia veduto

               mai, per disegno, grazia, bontà e diligenza. Vedesi ancora molti altri
               intagli di sua man in cammei, e perfettissima una femina ignuda fatta
               con  grande  arte,  e  così  un  altro  dove  è  un  leone  e  parimente  un
               putto, e molti piccoli che non scade ragiornarne; ma quello che passò

               tutti, fu la testa di Fotione ateniese, che è miracolosa et il più bello
               cameo che si possa vedere.

               Si adopera ancora oggi ne cammei Giovanantonio de' Rossi milanese,
               bonissimo  maestro,  il  quale,  oltra  alle  belle  opere  che  ha  fatto  di
               rilievo e di cavo in varii intagli, ha per lo illustrissimo duca Cosimo de'
               Medici condotto un cammeo grandissimo, cioè un terzo di braccio alto

               e largo parimente, nel quale ha cavato dal mezzo in su due figure,
               cioè Sua Eccellenza e la illustrissima duchessa Leonora sua consorte,
               che ambidue tengano un tondo con le mani dentrovi una Fiorenza;
               sono apresso a questi ritratti di naturale il principe don Francesco con

               don  Giovanni  cardinale,  don  Garzia  e  don  Arnando,  e  don  Pietro
               insieme  con  donna  Isabella  e  donna  Lucrezia,  tutti  lor  figliuoli,  che
               non  è  possibile  vedere  la  più  stupenda  opera  di  cammeo,  né  la
               maggior di quella, e perch'ella supera tutti i cammei et opere piccole

               che egli ha fatti, non ne farò altra menzione potendosi veder l'opere.

               Cosimo,  da  Trezzo,  ancora  ha  fatto  molte  opere  degne  di  questa
               professione, il quale ha meritato, per le rare qualità sue, che il gran
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