Page 1143 - Giorgio Vasari
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baccanti  et  una  battaglia  navale,  e  similmente  quando  Ercole
               combatté con l'amazzone, et altre bellissime fantasie del cardinale;
               ne fece fare i disegni finiti a Perino del Vaga et a altri maestri. Fece
               appresso in un cristallo il successo della presa della Goletta, et in un
               altro la guerra di Tunisi.

               Al medesimo cardinale intagliò, pur in cristallo, la Nascita di Cristo,

               quando ora nell'orto, quando è preso da' Giudei, quando è menato ad
               Anna,  Erode  e  Pilato,  quando  è  battuto  e  poi  coronato  di  spine,
               quando  porta  la  croce,  quando  è  confitto  e  levato  in  alto,  et
               ultimamente  la  sua  santissima  e  gloriosa  Resurrezzione:  le  quali

               opere tutte furono non solamente bellissime, ma fatte anco con tanta
               prestezza,  che  ne  restò  ogni  uomo  maravigliato.  Et  avendo
               Michelagnolo fatto un disegno (il che mi si era scordato di sopra) al
               detto  cardinale  de'  Medici,  d'un  Tizio  a  cui  mangia  un  avoltoio  il

               cuore, Giovanni intagliò benissimo in cristallo; sì come anco fece con
               un disegno del medesimo Buonarroto un Fetonte che, per non sapere
               guidare il carro del sole, cadé in Po, dove piangendo le sorelle sono
               convertite in alberi.

               Ritrasse  Giovanni  madama  Margherita  d'Austria,  figliuola  di  Carlo
               Quinto  imperadore,  stata  moglie  del  duca  Alessandro  de'  Medici  et

               allora donna del duca Ottavio Farnese, e questo fece a concorrenza di
               Valerio Vicentino; per le quali opere fatte al cardinale Farnese, ebbe
               da quel signore in premio un uffizio d'un giannizzero, del quale trasse
               buona somma di danari; Et oltre ciò, fu dal detto signor tanto amato,

               che n'ebbe infiniti altri favori. Né passò mai il cardinale da Faenza,
               dove  Giovanni  aveva  fabricato  una  commodissima  casa,  che  non
               andasse ad alloggiare con esso lui.

               Fermatosi dunque Giovanni in Faenza, per quietarsi dopo aver molto
               travagliato  il  mondo,  vi  si  dimorò  sempre;  et  essendogli  morta  la

               prima moglie, della quale non aveva avuto figliuoli, prese la seconda
               di cui ebbe due maschi et una femmina, con i quali, essendo agiato di
               possessioni  e  d'altre  entrate,  che  gli  rendevano  meglio  di
               quattrocento scudi, visse contento insino a sessanta anni. Alla quale

               età pervenuto, rendé l'anima a Dio il giorno della Pentecoste l'anno
               1555.
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