Page 1142 - Giorgio Vasari
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presentata la figliuola di Dario. E dopo, venuto Carlo V a Bologna a

               incoronarsi,  fece  il  suo  ritratto  in  un  acciaio;  et  improntata  una
               medaglia d'oro, la portò subito all'imperatore, il quale gli donò cento
               doble d'oro, facendolo ricercare se voleva andar seco in Ispagna. Il
               che  Giovanni  ricusò  con  dire  che  non  potea  partirsi  dal  servizio  di

               Clemente  e  d'Ippolito  cardinale,  per  i  quali  avea  alcuna  opera
               cominciata, che ancora era imperfetta.

               Tornato Giovanni a Roma, fece al detto cardinale de' Medici il ratto
               delle Sabine, che fu bellissimo; per le quali cose, conoscendosi di lui
               molto debitore il cardinale, gli fece infiniti doni e cortesie, ma quello

               fu  di  tutti  maggiore  quando,  partendo  il  cardinale  per  Francia,
               accompagnato da molti signori e gentiluomini, si voltò a Giovanni che
               vi era fra gl'altri e, levatasi dal collo una piccola collana, alla quale
               era appiccato un cammeo che valeva oltre seicento scudi, gliele diede

               dicendogli che lo tenesse insino al suo ritorno, con animo di sodisfarlo
               poi di quanto conosceva che era degna la virtù di Giovanni. Il quale
               cardinale  morto,  venne  il  detto  cammeo  in  mano  del  cardinal
               Farnese,  per  lo  quale  lavorò  poi  Giovanni  molte  cose  di  cristallo,  e

               particolarmente per una croce un Crucifisso et un Dio Padre di sopra,
               e dagli lati la Nostra Donna, e San Giovanni, e la Maddalena a' piedi.
               Et in un triangolo a' piè della croce fece tre storie della Passione di
               Cristo,  cioè  una  per  angolo.  E  per  due  candelieri  d'argento  fece  in

               cristallo sei tondi: nel primo è il centurione che prega Cristo che sani
               il  figliuolo;  nel  secondo  la  probatica  piscina;  nel  terzo  la
               Trasfigurazione in sul monte Tabor; nel quarto è il miracolo de' cinque
               pani e due pesci; nel quinto quando cacciò i venditori del tempio; e

               nell'ultimo  la  ressurezione  di  Lazzaro,  che  tutti  furono  rarissimi.
               Volendo poi fare il medesimo cardinal Farnese una cassetta d'argento
               ricchissima, fattone fra l'opera a Marino orefice fiorentino, che altrove
               se ne ragionerà, diede a fare a Giovanni tutti i vani de' cristalli, quali

               gli condusse tutti pieni di storie e di marmo di mezzo rilievo; fece le
               figure d'argento e gli ornamenti tondi con tanta diligenza, che non fu
               mai fatta altra opera con tanta e simile perfezzione. Sono di mano di
               Giovanni nel corpo di questa cassa intagliate in ovati queste storie

               con arte maravigliosa, la caccia di Meleagro e del porco calidonio, le
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