Page 1141 - Giorgio Vasari
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dentro il ritratto di fra' Girolamo Savonarola, nel suo tempo adorato
in Fiorenza per le sue predicazioni, ch'era rarissimo intaglio.
Fu suo concorrente Domenico de' Cammei, milanese che, allora
vivendo il duca Lodovico il Moro, lo ritrasse in cavo in un balascio
della grandezza più d'un giulio, che fu cosa rara e de' migliori intagli
che si fusse visto de' maestri moderni.
Accrebbe poi in maggiore eccellenza questa arte nel pontificato di
papa Leone Decimo, per la virtù et opere di Piermaria da Pescia, che
fu grandissimo imitatore delle cose antiche. E gli fu concorrente
Michelino, che valse non meno di lui nelle cose piccole e grandi, e fu
tenuto un grazioso maestro. Costoro apersono la via a quest'arte
tanto difficile, poi che intagliando in cavo, che è proprio un lavorare al
buio, da che non serve ad altro che la cera per occhiali a vedere di
mano in mano quel che si fa, ridussono finalmente che Giovanni da
Castel Bolognese e Valerio Vicentino e Matteo dal Nasaro et altri
facessino tante bell'opere che noi faremo memoria. E per dar
principio dico che Giovanni Bernardi da Castel Bolognese, il quale
nella sua giovanezza, stando appresso il duca Alfonso di Ferrara, gli
fece, in tre anni che vi stette onoratamente, molte cose minute, delle
quali non accade far menzione; ma di cose maggiori la prima fu che
egli fece, in un pezzo di cristallo incavato, tutto il fatto d'arme della
Bastia, che fu bellissimo; e poi in un incavo d'acciaio il ritratto di quel
Duca, per far medaglie, e nel riverso Gesù Cristo preso dalle turbe.
Dopo, andato a Roma, stimolato dal Giovio, per mezzo d'Ipolito
cardinale de' Medici e di Giovanni Salviati cardinale, ebbe commodità
di ritrarre Clemente Settimo, onde ne fece un incavo per medaglie
che fu bellissimo, e nel rovescio quando Ioseffo si manifestò a' suoi
fratelli. Di che fu da Sua Santità rimunerato col dono d'una mazza,
che è un uffizio, del quale cavò poi al tempo di Paolo Terzo,
vendendolo, dugento scudi. Al medesimo Clemente fece in quattro
tondi di cristallo i quattro Evangelisti, che furono molto lodati e
gl'acquistarono la grazia e l'amicizia di molti reverendissimi; ma
particolarmente quella del Salviati e del detto Ippolito cardinale de'
Medici, unico rifugio de' vertuosi, il quale ritrasse in medaglie
d'acciaio et al quale fece di cristallo quando ad Alessandro Magno è